"A me piace il Sud", il libro di Cannavale e Leccese a San Ferdinando
La presentazione in piazza Giovanni Paolo II questa sera alle ore 20.00
venerdì 4 agosto 2017
La Proloco e l'Amministrazione Comunale di San Ferdinando di Puglia, domani venerdì 04/08 alle ore 20:00 in Piazza Giovanni Paolo II antistante il Museo Civico, ospiteranno il prof. Alessandro Cannavale, ricercatore dell'Università di Bari e blogger de "Il Fatto Quotidiano", con Silvana Porro insegnante e animatrice culturale che interverrà a moderare il dibattito.
«Abbiamo tutti un sogno quello di tornare o restare nella valle dove siamo cresciuti, dove l'aria sa di mare e di fiume e l'estate ha il profumo di friselle. Luoghi comuni tanti, quante le mille personalità di questo pezzo d'Italia. Il Sud a noi piace, nonostante tutto, nonostante tutti e domani sera nella valle dell'Ofanto cercheremo il modo per farlo tornare. La ricetta l'hanno pensata e immaginata e scritta Alessandro Cannavale e Andrea Leccese con il loro "A me piace il Sud".
Con questa interessante analisi, i due scrittori ci offrono una nuova prospettiva della "Questione Meridionale". Perché le origini non si devono dimenticare mai e non importa quanta strada faremo e quanto lontano andremo, bisogna tener bene a mente quando è il momento di rincasare.
E forse sarebbe il caso di far tornare il Sud in mano ai suoi abitanti. Forse sarebbe questo il sogno nascosto tra le pagine di questo libro - che la gente del sud tornasse a casa - fosse anche nel cuore di una notte. Per parlare di Sud, per bisogno di Sud, per ambizione, per volontà.
A me piace il Sud. Un libro onesto, crudo nella disanima dei problemi e coraggioso nel proporre soluzioni. Non ci sono altre parole per definire questo saggio. I due autori ci raccontano il Sud per come è. Non imbrogliano quando spiegano, per esempio, che le organizzazioni mafiose vengono spesso viste da molti cittadini non come nemiche, ma come soggetti in grado di sostituirsi a uno Stato che non c'è.
Non fingono quando raccontano come il nostro Mezzogiorno abbia bisogno non tanto o non solo di investimenti, ma di una classe politica in grado di non rubare e di immaginare un futuro diverso.
O come dice Erri De Luca nella sezione interviste del libro: "non esiste una questione meridionale, esiste una questione nazionale e si chiama corruzione. Siamo ufficialmente il paese a più alto tasso di corruzione in Europa insieme alla Bulgaria".
In A me piace il Sud - afferma il Presidente prof. Vincenzo Lionetti - le straordinarie opportunità offerte dalle regioni meridionali vengono elencate tutte, a partire da un riequilibrio dell'imposizione fiscale per via di un federalismo fiscale "all'italiana", alla necessità di una politica di investimento in beni pubblici libera dalla corruzione e dalla mafia - "il convitato di pietra" del tavolo della spesa pubblica - per giungere al superamento della logica imperniata sull'agricoltura e turismo quali fattori trainanti dell'economia, in quanto non può intravedersi una risoluzione dei divari abbandonando il Sud a una sua presunta "vocazione unica", in quanto strategia obsoleta come insegna la storia.
Questo libro indica una strada. Per far tornare a pensare a Sud e per il Sud».
«Abbiamo tutti un sogno quello di tornare o restare nella valle dove siamo cresciuti, dove l'aria sa di mare e di fiume e l'estate ha il profumo di friselle. Luoghi comuni tanti, quante le mille personalità di questo pezzo d'Italia. Il Sud a noi piace, nonostante tutto, nonostante tutti e domani sera nella valle dell'Ofanto cercheremo il modo per farlo tornare. La ricetta l'hanno pensata e immaginata e scritta Alessandro Cannavale e Andrea Leccese con il loro "A me piace il Sud".
Con questa interessante analisi, i due scrittori ci offrono una nuova prospettiva della "Questione Meridionale". Perché le origini non si devono dimenticare mai e non importa quanta strada faremo e quanto lontano andremo, bisogna tener bene a mente quando è il momento di rincasare.
E forse sarebbe il caso di far tornare il Sud in mano ai suoi abitanti. Forse sarebbe questo il sogno nascosto tra le pagine di questo libro - che la gente del sud tornasse a casa - fosse anche nel cuore di una notte. Per parlare di Sud, per bisogno di Sud, per ambizione, per volontà.
A me piace il Sud. Un libro onesto, crudo nella disanima dei problemi e coraggioso nel proporre soluzioni. Non ci sono altre parole per definire questo saggio. I due autori ci raccontano il Sud per come è. Non imbrogliano quando spiegano, per esempio, che le organizzazioni mafiose vengono spesso viste da molti cittadini non come nemiche, ma come soggetti in grado di sostituirsi a uno Stato che non c'è.
Non fingono quando raccontano come il nostro Mezzogiorno abbia bisogno non tanto o non solo di investimenti, ma di una classe politica in grado di non rubare e di immaginare un futuro diverso.
O come dice Erri De Luca nella sezione interviste del libro: "non esiste una questione meridionale, esiste una questione nazionale e si chiama corruzione. Siamo ufficialmente il paese a più alto tasso di corruzione in Europa insieme alla Bulgaria".
In A me piace il Sud - afferma il Presidente prof. Vincenzo Lionetti - le straordinarie opportunità offerte dalle regioni meridionali vengono elencate tutte, a partire da un riequilibrio dell'imposizione fiscale per via di un federalismo fiscale "all'italiana", alla necessità di una politica di investimento in beni pubblici libera dalla corruzione e dalla mafia - "il convitato di pietra" del tavolo della spesa pubblica - per giungere al superamento della logica imperniata sull'agricoltura e turismo quali fattori trainanti dell'economia, in quanto non può intravedersi una risoluzione dei divari abbandonando il Sud a una sua presunta "vocazione unica", in quanto strategia obsoleta come insegna la storia.
Questo libro indica una strada. Per far tornare a pensare a Sud e per il Sud».