Caporalato e lavoro nero, Pentassuglia: «Nessuno capro espiatorio»
Discussione in IV e VI Commissione, Ventola: «Semplificare e sburocratizzare»
lunedì 2 novembre 2015
17.59
Caporalato e lavoro nero sono state al centro delle audizioni che in seduta congiunta quarta e sesta Commissione presieduta da Donato Pentassuglia e Alfonso Pisicchio hanno tenuto sul tema. Il presidente Pentassuglia ha introdotto l'argomento sottolineando come vi sia «la volontà di arrivare alla soluzione del problema senza che nessuno diventi il capro espiatorio, facendo prevalere la dignità delle persone. L'azione è corale e condivisa con il governo – ha proseguito Pentassuglia – e tutte le criticità che emergeranno dovranno essere affrontate con l'interessamento inter-assessorile e con il coordinamento delle Prefetture». Su questi temi sono stati ascoltati i rappresentanti regionali delle associazioni di categoria. Coldiretti Puglia si è dichiarata in prima linea contro il caporalato, ma non ha esitato a disapprovare i toni adoperati e le accuse rivolte dalla stampa, tutte volte a puntare il dito sul non rispetto delle regole nel lavoro nei campi. Secondo Coldiretti bisogna creare le condizioni per premiare le aziende virtuose e cercare di portare la legalità nelle campagne. Per far ciò è necessario che la Regione intervenga sulla sburocratizzazione, per evitare che l'impresa si trovi nelle condizioni di affidare a terzi la raccolta a campo, e faccia uno sforzo per portare le aziende oneste sul mercato riconoscendogli la giusta remunerazione.
Ferma condanna verso il fenomeno del caporalato è stata espressa dalla CIA Puglia, la quale nel tempo si è contraddistinta per aver emarginato gli imprenditori che adottano questo modo di fare. Bisogna agire nell'armonizzazione delle norme, secondo la CIA, che plaude all'adozione del Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole, per rendere più efficiente il lavoro degli organismi che svolgono le verifiche e premiare le aziende che si comportano correttamente nel reperire la mano d'opera. Secondo Confagricoltura, per combattere il fenomeno del caporalato bisogna intervenire nei momenti di maggiore necessità di occupazione di mano d'opera, a cui molte aziende fanno fronte ricorrendo alle agenzie di intermediazione. Per Copagri il rifiuto del lavoro nero e del caporalato sono due dei principi cardine a cui si è sempre ispirata l'organizzazione agricola e giungere alla soluzione del problema significa dare serenità alle piccole e medie aziende che lavorano direttamente nei terreni e che sono interessati a tutelare le condizioni in cui lavorano gli agricoltori. Il presidente Pentassuglia ha concluso i lavori preannunciando un ulteriore approfondimento sull'argomento.
«Lotta al caporalato, al lavoro nero in agricoltura senza se e senza ma», è stato il commento del Consigliere Regionale del gruppo Oltre con Fitto, Francesco Ventola. «Parallelamente si rende necessario e con urgenza intervenire per sburocratizzare e facilitare le pratiche di collocamento – ha aggiunto l'esponente di Oltre con Fitto -. Troppo complicato per le aziende agricole ed in particolare modo per quelle piccole e medie che sono la stragrande maggioranza in Puglia, collocare i lavoratori. Penso sia improcrastinabile adoperarsi per norme che semplifichino, che agevolino chi vuole assumere. Perciò – ha concluso Ventola - si rende anche necessario intervenire a livello regionale per modificare la norma pugliese che ha istituito l'indice di congruità con cui sono state stabilite le quote di manodopera in rapporto alla estensione/coltura dei terreni posseduti dagli agricoltori: un modo preistorico di combattere il lavoro nero nel settore; un paradosso per gli agricoltori, costretti a condizionare la propria attività con quorum occupazionali standard».
Ferma condanna verso il fenomeno del caporalato è stata espressa dalla CIA Puglia, la quale nel tempo si è contraddistinta per aver emarginato gli imprenditori che adottano questo modo di fare. Bisogna agire nell'armonizzazione delle norme, secondo la CIA, che plaude all'adozione del Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole, per rendere più efficiente il lavoro degli organismi che svolgono le verifiche e premiare le aziende che si comportano correttamente nel reperire la mano d'opera. Secondo Confagricoltura, per combattere il fenomeno del caporalato bisogna intervenire nei momenti di maggiore necessità di occupazione di mano d'opera, a cui molte aziende fanno fronte ricorrendo alle agenzie di intermediazione. Per Copagri il rifiuto del lavoro nero e del caporalato sono due dei principi cardine a cui si è sempre ispirata l'organizzazione agricola e giungere alla soluzione del problema significa dare serenità alle piccole e medie aziende che lavorano direttamente nei terreni e che sono interessati a tutelare le condizioni in cui lavorano gli agricoltori. Il presidente Pentassuglia ha concluso i lavori preannunciando un ulteriore approfondimento sull'argomento.
«Lotta al caporalato, al lavoro nero in agricoltura senza se e senza ma», è stato il commento del Consigliere Regionale del gruppo Oltre con Fitto, Francesco Ventola. «Parallelamente si rende necessario e con urgenza intervenire per sburocratizzare e facilitare le pratiche di collocamento – ha aggiunto l'esponente di Oltre con Fitto -. Troppo complicato per le aziende agricole ed in particolare modo per quelle piccole e medie che sono la stragrande maggioranza in Puglia, collocare i lavoratori. Penso sia improcrastinabile adoperarsi per norme che semplifichino, che agevolino chi vuole assumere. Perciò – ha concluso Ventola - si rende anche necessario intervenire a livello regionale per modificare la norma pugliese che ha istituito l'indice di congruità con cui sono state stabilite le quote di manodopera in rapporto alla estensione/coltura dei terreni posseduti dagli agricoltori: un modo preistorico di combattere il lavoro nero nel settore; un paradosso per gli agricoltori, costretti a condizionare la propria attività con quorum occupazionali standard».