Cave di Cafiero, un'oasi fra natura e storia
Habitat di numerose specie animali e vegetali
lunedì 22 marzo 2021
13.59
Un bene di tutti che presto tornerà a essere fruibile. Legambiente di Margherita di Savoia è già a lavoro per rivalorizzato con fondi regionali. La Cave di Cafiero a San Ferdinando di Puglia sono uno scrigno di storia e biodiversità unico su tutto il territorio. Il nome è quello della famiglia di antichissime origini greco macedoni, i Cafiero, che nei secoli si è affermata come famiglia di combattenti, banchieri, navigatori e, in questo caso, latifondisti. Nel 1700, con il benestare del Regno di Napoli, Giovanni Cagliero si stabilì in Puglia a Barletta e con i figli espanse i suoi possedimenti agricoli in diverse contrade del territorio, fra cui quella di San Samuele nelle campagne di San Ferdinando che ospita tutt'oggi la cava.
L'area della cava risale all'età Cretacea. Fino agli anni '60 si estraeva il Gran Marrone di San Ferdinando, un pregiato marmo. Di proprietà del comune di San Ferdinando di Puglia, i 10 ettari di superficie su cui si estende la cava rientrano nel Parco regionale del fiume Ofanto, di preciso si trovano a soli 200 metri dal vecchio Aufidus e a poco più di 3 chilometri da centro abitato. In seguito al suo inutilizzo la cava è diventata habitat ideale per numerose piante: Timo, Puleggio, Nepetella, Cappero, Asfodelo, Urginea, Asparago, Orchidee. Tra le specie vegetali ci sono anche diversi alberi: Pero selvatico, Olivo selvatico, Pino d'Aleppo, Ciliegio selvatico, Leccio, Biancospino, Fillirea, Rosa canina, Anagride e Lentisco. Altrettanto numerose sono le specie di animali come uccelli, rettili e mammiferi che trovano rifugio durante le migrazioni oppure come area di nidificazione in altri periodi dell'anno. La presenza di avifauna è dovuta alla vicinanza al fiume Ofanto, oltre a essere l'unica oasi naturale in un'area fortemente antropizzata. Fa parte dei luoghi del Fai, fondo ambientale italiano, in cui rientrano le maggiori bellezze naturalistiche del nostro Paese.
L'area della cava risale all'età Cretacea. Fino agli anni '60 si estraeva il Gran Marrone di San Ferdinando, un pregiato marmo. Di proprietà del comune di San Ferdinando di Puglia, i 10 ettari di superficie su cui si estende la cava rientrano nel Parco regionale del fiume Ofanto, di preciso si trovano a soli 200 metri dal vecchio Aufidus e a poco più di 3 chilometri da centro abitato. In seguito al suo inutilizzo la cava è diventata habitat ideale per numerose piante: Timo, Puleggio, Nepetella, Cappero, Asfodelo, Urginea, Asparago, Orchidee. Tra le specie vegetali ci sono anche diversi alberi: Pero selvatico, Olivo selvatico, Pino d'Aleppo, Ciliegio selvatico, Leccio, Biancospino, Fillirea, Rosa canina, Anagride e Lentisco. Altrettanto numerose sono le specie di animali come uccelli, rettili e mammiferi che trovano rifugio durante le migrazioni oppure come area di nidificazione in altri periodi dell'anno. La presenza di avifauna è dovuta alla vicinanza al fiume Ofanto, oltre a essere l'unica oasi naturale in un'area fortemente antropizzata. Fa parte dei luoghi del Fai, fondo ambientale italiano, in cui rientrano le maggiori bellezze naturalistiche del nostro Paese.
Il simbolo delle Cave di Cafiero è un frantoio ligneo, ormai un reperto di archeologia industriale, che veniva utilizzato per la frantumazione dei blocchi di pietra per ricavare la breccia. L'area nel corso degli anni è stata oggetto di una serie di interventi di rinaturalizzazione e di ingegneria naturalistica. All'interno c'è un centro visite adibito ad aula didattica per scolaresche e visitatori, una torre in legno per l'avvistamento, un piccolo anfiteatro in pietra e due cave, di cui una adibita a specchio d'acqua per l'avifauna migratoria.