Chiudono le Usca nella Bat: i cittadini chiedono di modificare la decisione

L'appello a Emiliano: «È una scelta scellerata»

venerdì 29 aprile 2022 16.38
Le Usca, ovvero unità speciali di continuità assistenziale, hanno svolto un ruolo fondamentale su tutto il territorio pugliese nel corso dell'emergenza Covid. La capacità, la rapidità d'azione e l'efficacia di medici e operatori sanitari impegnati nell'espletamento del servizio sono state evidenziate a più riprese dagli stessi fruitori. Nonostante queste mirabili credenziali, San Ferdinando e l'intera Bat non saranno più coperte dalle Usca, destinate alla chiusura a partire dal mese di maggio.

Significativa è la testimonianza a proposito portata dalla biscegliese Carmen Antonino, in passato esponente di rilievo del Partito Democratico con incarichi di rilevanza regionale. Antonino si è rivolta direttamente al presidente Michele Emiliano: «Sono una di quelle migliaia di persone che in Puglia ha potuto godere del sostegno straordinario dei medici dell'Usca Bat» ha spiegato, rivolgendogli gratitudine per la decisione di istituire le Usca, definite «risorsa fondamentale per tutte le persone anziane e con fragilità perché costituite dagli unici operatori sanitari in grado di intervenire e prendersi cura dei malati Covid. Attualmente i medici di base, molto poco competenti in termini di Covid, lasciano i propri pazienti Covid abbandonati a se stessi, senza alcuna cura» è la sua opinione.

La chiusura del servizio è ritenuta perciò «una scelta scellerata, vista la situazione dei contagi sul territorio. La popolazione anziana e fragile ha enorme necessità del servizio Usca e certo una Regione civile e per di più "di sinistra" non può abbandonare i cittadini più fragili presenti sul proprio territorio». L'appello ad Emiliano è pertanto mirato «ad intervenire e modificare questa decisione relativa alla chiusura del servizio Usca nella Bat». Sui social, in queste ore, sono comparsi diversi commenti di natura analoga nei quali sono confermate le valutazioni di eccellenza sulle unità che si sono alternate nel tempo a Bisceglie e nelle altre città della Provincia e gli auspici in un mutamento della decisione assunta dall'azienda sanitaria locale.