Crisi al Corriere del Mezzogiorno, la solidarietà del Coordinamento precari
Non rinnovati i contratti a termine di molti giornalisti e collaboratori
venerdì 13 novembre 2015
16.02
«Il Coordinamento giornalisti precari esprime solidarietà ai giornalisti precari (riconosciuti redattori dall'Inpgi) e ai collaboratori del Corriere del Mezzogiorno che stanno via via perdendo il posto di lavoro. Non una parola è stata spesa per loro nei comunicati diffusi dai colleghi del Cdr e dell'Assostampa e dei numerosi politici e sindacalisti che hanno dichiarato la loro vicinanza». E' una nota stampa del Coordinamento giornalisti precari a risollevare una questione passata in sordina come la crisi del Corriere del Mezzogiorno che sta tagliando molte delle collaborazioni sui territori.
«Ci preme sottolineare che questi precari e collaboratori sono coloro che hanno contribuito in larga parte al successo del Corriere del Mezzogiorno Puglia, lavorando anche dalla sua fondazione all'interno della redazione del giornale, portando notizie e svolgendo persino mansioni di deskisti. Però senza alcuna tutela, con un "compenso" molto inferiore allo stipendio di un redattore vero, dovendo battagliare ogni volta per ottenere ferie e permessi. Ma con la stessa responsabilità nei confronti dei lettori. In questa situazione di crisi, inoltre, se i redattori sono chiamati ad un sacrificio notevole in termini di taglio dello stipendio e di altri benefit, i precari storici che di fatto hanno lavorato esattamente quanto gli altri, vengono via via tagliati alla scadenza dei loro contratti. Uno ad uno, i precari storici si stanno ritrovando all'improvviso senza lavoro e senza indennità. Sorte non migliore è riservata ai collaboratori. Nel silenzio generale».
«Ci preme sottolineare che questi precari e collaboratori sono coloro che hanno contribuito in larga parte al successo del Corriere del Mezzogiorno Puglia, lavorando anche dalla sua fondazione all'interno della redazione del giornale, portando notizie e svolgendo persino mansioni di deskisti. Però senza alcuna tutela, con un "compenso" molto inferiore allo stipendio di un redattore vero, dovendo battagliare ogni volta per ottenere ferie e permessi. Ma con la stessa responsabilità nei confronti dei lettori. In questa situazione di crisi, inoltre, se i redattori sono chiamati ad un sacrificio notevole in termini di taglio dello stipendio e di altri benefit, i precari storici che di fatto hanno lavorato esattamente quanto gli altri, vengono via via tagliati alla scadenza dei loro contratti. Uno ad uno, i precari storici si stanno ritrovando all'improvviso senza lavoro e senza indennità. Sorte non migliore è riservata ai collaboratori. Nel silenzio generale».