Crisi politica, Puttilli: «Un atto di coraggio per mandare a casa Lamacchia»
Basterebbe firma consiglieri di minoranza. Nessun bilancio senza maggioranza
venerdì 5 febbraio 2016
19.04
«I colleghi consiglieri di Alleanza Futuro Popolare, ora Cittadini per l'Italia, sembrano aver smarrito la lucidità di analisi e di contesto relativa alla crisi amministrativa in atto a San Ferdinando di Puglia». Ad affermarlo è Salvatore Puttilli, capogruppo Uniti per San Ferdinando, che ha continuato: «Riferendosi probabilmente al sottoscritto ed al nostro Gruppo Consiliare essi vaneggiano di "destra salviniana" omettendo di considerare che stanno parlando di un vasto accordo politico in atto dal 2014 e che comprende le seguenti forze politiche locali: Fratelli d'Italia, Nuovo Centro Destra, Conservatori e Riformisti di Fitto e Forza Italia. un accordo, dunque, di chiaro stampo neo-centrista che apre a destra a Fratelli d'Italia, come nell'esperienza vincente del 2007. Qualcuno forse se lo dovrebbe ricordare, o no? In ogni caso, essi non rispondono alle nostre domande e cioè, ci si sente ancora minoranza alternativa al Sindaco Lamacchia».
«Se questo è vero, chi ci impedisce di apporre le nostre prime cinque firme (le firme di tutti i consiglieri comunali di minoranza) in calce a una mozione di sfiducia al sindaco invitando poi i consiglieri comunali "coscienziosi" del PD a completare l'opera? Perché non si prende semplicemente atto della reciproca sfiducia tra sindaco e quattro ex componenti della sua maggioranza e si agisce di conseguenza così come l'opinione pubblica richiede a gran forza? Di che Bilancio dovremmo discutere nel merito e con chi? Con quale maggioranza, se non esiste più una maggioranza in grado di garantire il numero legale in Consiglio? È di tutta evidenza il tentativo di aggirare l'obbligo di rispondere a delle semplici domande facendo ricorso all'invettiva politica vuota e demagogica. San Ferdinando, nonostante tutto, merita di più anche perché alla fine bisogna pur metterlo il punto. Alla fine di una frase, alla fine di una storia. Si chiama ortografia o, più comunemente, coraggio».
«Se questo è vero, chi ci impedisce di apporre le nostre prime cinque firme (le firme di tutti i consiglieri comunali di minoranza) in calce a una mozione di sfiducia al sindaco invitando poi i consiglieri comunali "coscienziosi" del PD a completare l'opera? Perché non si prende semplicemente atto della reciproca sfiducia tra sindaco e quattro ex componenti della sua maggioranza e si agisce di conseguenza così come l'opinione pubblica richiede a gran forza? Di che Bilancio dovremmo discutere nel merito e con chi? Con quale maggioranza, se non esiste più una maggioranza in grado di garantire il numero legale in Consiglio? È di tutta evidenza il tentativo di aggirare l'obbligo di rispondere a delle semplici domande facendo ricorso all'invettiva politica vuota e demagogica. San Ferdinando, nonostante tutto, merita di più anche perché alla fine bisogna pur metterlo il punto. Alla fine di una frase, alla fine di una storia. Si chiama ortografia o, più comunemente, coraggio».