Crolla il prezzo dei carciofi alla produzione: «Dai 12 ai 20 centesimi massimo»

Coldiretti Puglia: «Speculazione», Elia: «Situazione tragica da prima del Coronavirus»

venerdì 20 marzo 2020 19.19
A cura di Giuseppe Capacchione
La speculazione sul mercato ai tempi del Coronavirus, anche se gli imprenditori sono di un altro avviso. La denuncia è della Coldiretti che ha sottolineato come in Puglia nella zona del foggiano si sia registrato un «crollo di prezzi dei prodotti orticoli nei campi». Sotto la lente d'ingrandimento è finito il carciofo, uno degli assi portanti dell'economia del territorio Ofantino con la produzione del violetto, una qualità coltivata in ampia scala soprattutto a Trinitapoli. «C'è chi, come in guerra, approfitta della situazione di difficoltà e arriva addirittura a speculare sui generi alimentari di prima necessità come gli ortaggi. Inaccettabile il crollo dei prezzi fino a pochi centesimi", ha commentato Coldiretti. In questa zona il violetto è così importante che viene celebrato con due appuntamenti: la "Fiera Nazionale del Carciofo Mediterraneo" che si svolge i primi giorni di novembre a San Ferdinando di Puglia e una sagra, circa tre settimane dopo, organizzata a Trinitapoli. Durante l'ultima fiera è stato avviato l'iter per ottenere sul prodotto il marchio di indicazione geografica protetta (igp) che attesta la bontà dell'area geografica in cui viene coltivato e trasformato.

La versione raccontata da uno dei maggiori produttori di carciofi d'Italia, Francesco Elia, che da Trinitapoli fornisce le più grandi catene alimenti della grande distribuzione italiana, però è un'altra. Secondo l'imprenditore «prima di questa emergenza già avevamo una situazione disastrosa in merito ai prezzi dei carciofi e di altri ortaggi. Quindi non mi risulta che ci siano speculazioni. La ragione del calo dei prezzi è prettamente climatica – ha sottolineato Elia -. Quest'anno abbiamo vissuto una stagione invernale calda che non ha consentito una rotazione fra i diversi prodotti orticoli. Di conseguenza abbiamo ottenuto una sovrabbondanza di merce sugli scaffali, fattore che ha determinato il ribasso dei prezzi alla produzione che attualmente si aggirano in una forbice che va dai 12 centesimi fino ad arrivare a un massimo di 15 - 20 centesimi al capolino».