Dalla sagra di un tempo alla fiera del giorno d’oggi
Nicola Parente ci parla delle tradizioni della sagra
sabato 9 novembre 2024
07.00
Una fiera, quella del carciofo, che affonda le radici in tradizioni e usanze diverse da quelle di oggi, a partire dalla sua trasformazione da "sagra" in "fiera". Una serie di cambiamenti, di ricordi nostalgici, che affollano le menti dei sanferdinandesi che hanno vissuto la fiera quando ancora si chiamava sagra.
Abbiamo posto alcune domande a riguardo al sig. Nicola Parente.
Che differenza c'è tra la fiera di oggi e quella di "ieri"?
"La fiera di ieri si chiamava 'sagra' e nasce nel novembre 1961 fino al 1970 quando fu inserita dalla Regione Puglia, nell'albo delle Fiere Nazionali".
La gente viveva con un entusiasmo differente l'arrivo della fiera?
"I sanferdinandesi vivevano con entusiasmo l'arrivo della fiera. Basti pensare che già un mese prima il prof. Bafunno faceva affiggere nei bar e in altri locali pubblici i manifesti di cantanti e attori che si sarebbero esibiti durante i giorni della fiera. Ma la stessa era più sentita grazie alle delegazioni mondiali dalla Cina, dall'India, dal Marocco, dalla Spagna, dalla Germania ecc. che il prof. Bafunno invitava. Così faceva sentire il nostro paese e i sanferdinandesi stessi i primi nel mondo".
C'è un aspetto, un ricordo in particolare della fiera del carciofo di un tempo che ti piaceva e che adesso non c'è più?
"Vorrei raccontare tanti episodi di quei tempi della sagra che ora non ci sono più. A cominciare dalle luminarie sul corso, ad un fuoco d'artificio che annunciava l'inizio della festa e un altro che chiudeva la festa".
Continua Parente con il suo elenco di ricordi: "non dimentico la quantità di carri allestiti con tantissimi carciofi per indicare il 're della festa', il carciofo gigantesco fatto di legno che spadroneggiava irto sulla stele collocata sulla vasca dell'acqua con le sue fontanelle e i suoi pesciolini che sguazzavano per la gioia dei bambini e degli adulti".
Continua Parente facendo riferimento ai prodotti tipici: "parlerei anche dei prodotti della nostra terra esposti, della moltitudine di macchine agricole, motori, motozappe, frese e addirittura trita pietre e escavatori. C'erano anche motori di enormi dimensioni di cui il sanferdinandese e gli abitanti dei paesi limitrofi ne aveva solo sentito parlare – continua - era una fiera che attirava gente da ogni parte d'italia e anche le grandi ditte del nord come Cirio, Lavazza, Olivetti, Cynar e tante altre".
Termina il sig. Parente esprimendo le sue contrarietà sulla fiera del giorno d'oggi: "purtroppo secondo me la fiera si è ridotta ad un mercato settimanale. Da quando è una fiera la gente pensa solo al cantante che verrà e non pensa invece al prodotto ortofrutticolo, a come migliorarlo, come conquistare i mercati nazionali ed esteri. Si dovrebbe pensare a nuovi invasi per non far disperdere l'acqua piovana d'inverno, per non rimanere a secco l'estate. Creare nuove strutture di lavorazione per non fare andare i giovani a lavorare in altre regioni italiane se non all'estero. Il cantante dovrebbe essere una questione secondaria".
Abbiamo posto alcune domande a riguardo al sig. Nicola Parente.
Che differenza c'è tra la fiera di oggi e quella di "ieri"?
"La fiera di ieri si chiamava 'sagra' e nasce nel novembre 1961 fino al 1970 quando fu inserita dalla Regione Puglia, nell'albo delle Fiere Nazionali".
La gente viveva con un entusiasmo differente l'arrivo della fiera?
"I sanferdinandesi vivevano con entusiasmo l'arrivo della fiera. Basti pensare che già un mese prima il prof. Bafunno faceva affiggere nei bar e in altri locali pubblici i manifesti di cantanti e attori che si sarebbero esibiti durante i giorni della fiera. Ma la stessa era più sentita grazie alle delegazioni mondiali dalla Cina, dall'India, dal Marocco, dalla Spagna, dalla Germania ecc. che il prof. Bafunno invitava. Così faceva sentire il nostro paese e i sanferdinandesi stessi i primi nel mondo".
C'è un aspetto, un ricordo in particolare della fiera del carciofo di un tempo che ti piaceva e che adesso non c'è più?
"Vorrei raccontare tanti episodi di quei tempi della sagra che ora non ci sono più. A cominciare dalle luminarie sul corso, ad un fuoco d'artificio che annunciava l'inizio della festa e un altro che chiudeva la festa".
Continua Parente con il suo elenco di ricordi: "non dimentico la quantità di carri allestiti con tantissimi carciofi per indicare il 're della festa', il carciofo gigantesco fatto di legno che spadroneggiava irto sulla stele collocata sulla vasca dell'acqua con le sue fontanelle e i suoi pesciolini che sguazzavano per la gioia dei bambini e degli adulti".
Continua Parente facendo riferimento ai prodotti tipici: "parlerei anche dei prodotti della nostra terra esposti, della moltitudine di macchine agricole, motori, motozappe, frese e addirittura trita pietre e escavatori. C'erano anche motori di enormi dimensioni di cui il sanferdinandese e gli abitanti dei paesi limitrofi ne aveva solo sentito parlare – continua - era una fiera che attirava gente da ogni parte d'italia e anche le grandi ditte del nord come Cirio, Lavazza, Olivetti, Cynar e tante altre".
Termina il sig. Parente esprimendo le sue contrarietà sulla fiera del giorno d'oggi: "purtroppo secondo me la fiera si è ridotta ad un mercato settimanale. Da quando è una fiera la gente pensa solo al cantante che verrà e non pensa invece al prodotto ortofrutticolo, a come migliorarlo, come conquistare i mercati nazionali ed esteri. Si dovrebbe pensare a nuovi invasi per non far disperdere l'acqua piovana d'inverno, per non rimanere a secco l'estate. Creare nuove strutture di lavorazione per non fare andare i giovani a lavorare in altre regioni italiane se non all'estero. Il cantante dovrebbe essere una questione secondaria".