Donne "non solo l'8 marzo", Danza Proget racconta il vero significato agli alunni
Riflettere e non festeggiare inutilmente. La storia racconta il valore della figura femminile
mercoledì 9 marzo 2016
10.24
Una donna, che esercita appieno il suo essere donna, non ha bisogno di alcuna festa perché nessun uomo potrà mai dimenticare la sua dignità. Un mazzo di mimose regalato un volta all'anno non vale niente se ogni giorno non si è capaci di rispetto. Questo a San Ferdinando lo sanno e per far comprendere ai più piccoli cosa la storia davvero celebri della figura femminile, l'associazione Danza Proget ha organizzato una manifestazione in piazza. Manichini con camici insanguinati, salopette da operaio e una vestaglia per mamme in attesa o una macchina per cucire: altro che sesso debole, le donne non si sono mai sottratte a nulla, neanche al lavoro delle industrie. La storia lo testimonia, i libri un po' meno, ma gli eserciti non sono stati gli unici a combattere per le proprie nazioni perché se non fosse stato per le donne operaio durante la Grande Guerra con l'arruolamento al fronte degli uomini le industrie italiane avrebbero chiuso. Chiaramente, non si deve mai eccedere negli equilibri altrimenti si avrebbe l'effetto contrario, però, come affermano alcune correnti sociologiche, anche nei momenti storici in cui il maschilismo dilagava, chi gestiva la casa e dettava le linee guida per l'educazione dei figli era proprio la donna.
Le scolaresche di San Ferdinando hanno dedicato parte del proprio orario scolastico per partecipare alla manifestazione perché si apprende soprattutto entrando in contatto col passato, quando l'8 marzo del 1917, 23 marzo per il calendario russo, a San Pietroburgo si sono riunite centinaia di donne per chiedere a gran voce la fine della Prima Guerra Mondiale, segnando un passo importante per il crollo dello zarismo e di quella che poi è stata la Rivoluzione Bolscevica. Anche la mimosa non è un gesto casuale, ma il simbolo di questa ricorrenza, riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1921, proprio perché fiorisce a marzo. In Italia la prima celebrazione risale al 1922 con lo Stato Fascista che dedicava particolare attenzione alla figura femminile in quanto autrice della vita, basti pensare ai fondi per la maternità. L'associazione Danza Proget ha ben individuato il modo più diretto per trasmettere alle ragazze e ai ragazzi delle scuole medie che una donna può essere tutto ciò che vuole, né debole né bisognosa ma semplicemente donna "non solo l'8 marzo".
Le scolaresche di San Ferdinando hanno dedicato parte del proprio orario scolastico per partecipare alla manifestazione perché si apprende soprattutto entrando in contatto col passato, quando l'8 marzo del 1917, 23 marzo per il calendario russo, a San Pietroburgo si sono riunite centinaia di donne per chiedere a gran voce la fine della Prima Guerra Mondiale, segnando un passo importante per il crollo dello zarismo e di quella che poi è stata la Rivoluzione Bolscevica. Anche la mimosa non è un gesto casuale, ma il simbolo di questa ricorrenza, riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1921, proprio perché fiorisce a marzo. In Italia la prima celebrazione risale al 1922 con lo Stato Fascista che dedicava particolare attenzione alla figura femminile in quanto autrice della vita, basti pensare ai fondi per la maternità. L'associazione Danza Proget ha ben individuato il modo più diretto per trasmettere alle ragazze e ai ragazzi delle scuole medie che una donna può essere tutto ciò che vuole, né debole né bisognosa ma semplicemente donna "non solo l'8 marzo".