Fascicolo della Br ospedaliera ritrovato nel Policlinico

Grassi: «Covo terroristico riporta alla mente carte Moro»

sabato 9 luglio 2016 9.35
A cura di Giuseppe Capacchione
Un colpo di martello contro un foglio di cartongesso e un fascicolo è caduto sui piedi dei muratori. Roba autentica, poche fotocopie, con una stella a 5 punte sulla prima pagina. Dubbi non ce ne sono: si tratta di materiale nascosto lì delle Brigate rosse. Però in questo caso pare non si faccia riferimento alla stessa frangia che ha ucciso nel 1978 il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, ma della brigata ospedaliera. Infatti, non a caso quelle carte sono state ritrovate durante i lavori al policlinico di Milano. Dopo i primi esami è emerso che non ci sono collegamenti con l'omicidio del giovane direttore del policlinico, Luigi Mrangoni, avvenuto nel 1981 quando per non essersi piegato al sabotaggio della banca italiana del sangue da parte di alcuni infermieri è stato assassinato dalle Br mentre usciva dal garage di casa al volante della sua auto. Insomma, un fascicolo appartenete a una cella attiva nel 1975 che nella c'entra con le due cellule rosse terroristiche milanesi più feroci: Colonna Walter Alasia e Brigata Fabrizio Pelli.

L'onorevole pugliese Gero Grassi, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sequestro e l'omicidio di Aldo Moro, ha commentato il ritrovamento facendo cenni anche a episodi simili accaduti in passato: «Il nuovo ritrovamento della carte brigatiste in una stanza del Policlinico di Milano lascia esterrefatti. È una vicenda che lascia senza parole perché è passato molto tempo da allora, perché all'interno della struttura pubblica esisteva un covo terrorista, perché ci riporta alla mente il secondo ritrovamento della "carte di Moro", quello avvenuto nel 1990 in via Monte Nevoso che nella precedentemente perquisizione del '78 non era stato affatto "scarnificato mattonella per mattonella" come incomprensibilmente si affrettò a dire la Procura del capoluogo lombardo. Da quel che si apprende non esiste nessuna relazione tra i documenti rinvenuti oggi e l'omicidio politico del '78. Tuttavia, in attesa di conoscere maggiori dettagli, la vicenda ci conferma l'utilità di un organismo parlamentare che ancora si occupa di fatti che non sono stati adeguatamente indagati quanto era doveroso farlo».