"I Coscienziosi" si presentano alla città. PD e SEL ancora uniti
I 4 restano consiglieri. Pronti a collaborare per il bene della città
martedì 23 febbraio 2016
11.49
Un gruppo consigliare formato da 4 ex componenti della maggioranza e libero da ogni schieramento politico. Se Arianna Camporeale, Diego Giannaccaro, Raffaele Visaggio con a capo Giacomo Rosario De Michele hanno deciso di chiamarsi "I Coscienziosi" un motivo c'è ed è dettato dalla loro presa di coscienza della situazione politica di San Ferdinando di Puglia, che affonda le radici nel passato, e dall'obbligo morale di dare dei segni concreti, come loro stessi hanno detto, ai cittadini. Con la conferenza stampa dello scorso 22 febbraio si è presentato ufficialmente questo nuovo gruppo che mantiene la linea di "Città Solidale", lista civica con la quale hanno vinto le scorse amministrative a sostegno del candidato Michele Lamacchia, unendo PD, cioè De Michele, Camporeale e Visaggio, con SEL, Giannaccaro.
«"I Coscienziosi" - afferma il capogruppo De Michele - nasce in seguito alla sfiducia ricevuta dai noi 4 da parte di 8 consiglieri di maggioranza davanti a una semplice richiesta di rinvio del voto sul bilancio. Inoltre, non condividiamo che il sindaco prima si sia dimesso, poi abbia ritirato le dimissioni, oltre a sfidare attraverso i media noi del nuovo gruppo ad andare in aula per discutere. Invece di ricompattare la maggioranza, il primo cittadino ha voluto dimostrare la sua forza, approvando il bilancio soltanto coi voti dei suoi e con l'astensione di 2 consiglieri di minoranza - Giovina d'Addato e Peppino Muoio di "Cittadini per l'Italia" -, i quali dopo aver emendato non hanno neanche dimostrato la loro coerenza. Il nostro gruppo è aperto a ogni collaborazione e non è affatto contro le opere pubbliche, ma richiede che prima di operare ci sia un dialogo per comprendere quali vantaggi può trarre San Ferdinando. I 7 emendamenti presentati da d'Addato e Muoio possono non trovare copertura finanziaria e sono generici. La mozione di sfiducia dovrà essere votata per coerenza anche dai 2, visto che il testo cita tutti quegli elementi già denunciati dai colleghi consiglieri: "mancata partecipazione", "assenza di condivisione", "politica autoritaria"».
Una crisi, quella di San Ferdinando, che non è giunta inaspettata, come afferma il consigliere Diego Giannaccaro: «Il sostegno della lista "Città Solidale" è stato dato innanzitutto dai partiti PD e SEL che hanno condiviso un progetto basato su 4 valori: solidarietà, trasparenza, democrazia e partecipazione. I partiti hanno lavorato duramente per le deleghe ai consiglieri e non dimentichiamo che anche il sindaco ha ricevuto una delega per rivestire il suo incarico. Abbiamo voluto dare dei segnali e lo abbiamo fatto col PUG - piano urbanistico generale - e soprattutto col bilancio. La città, che per anni è stata inascoltata, c'è e non ha colore».
I 3 del PD, addirittura, hanno rischiato di essere espulsi dal partito. Infatti, le loro tessere sono state poste all'attenzione della commissione di garanzia, senza nessun riscontro negativo per i consiglieri. «Il Partito Democratico di San Ferdinando - afferma Arianna Camporeale - siamo anche noi. Abbiamo presentato le nostre ragioni alla commissione di garanzia, la quale ha ritenuto inammissibile una richiesta di espulsione nei nostri confronti. Non c'è stato nessun atto lesivo nei confronti né del partito né dell' amministrazione. Anzi, sono state lese le nostre prerogative di consiglieri comunali. Non abbiamo mai voluto occupare poltrone e lo dimostrano le mie dimissioni da vicesindaco e assessore ai servizi sociali rassegnate il giorno dopo le dimissioni del sindaco».
«"I Coscienziosi" - afferma il capogruppo De Michele - nasce in seguito alla sfiducia ricevuta dai noi 4 da parte di 8 consiglieri di maggioranza davanti a una semplice richiesta di rinvio del voto sul bilancio. Inoltre, non condividiamo che il sindaco prima si sia dimesso, poi abbia ritirato le dimissioni, oltre a sfidare attraverso i media noi del nuovo gruppo ad andare in aula per discutere. Invece di ricompattare la maggioranza, il primo cittadino ha voluto dimostrare la sua forza, approvando il bilancio soltanto coi voti dei suoi e con l'astensione di 2 consiglieri di minoranza - Giovina d'Addato e Peppino Muoio di "Cittadini per l'Italia" -, i quali dopo aver emendato non hanno neanche dimostrato la loro coerenza. Il nostro gruppo è aperto a ogni collaborazione e non è affatto contro le opere pubbliche, ma richiede che prima di operare ci sia un dialogo per comprendere quali vantaggi può trarre San Ferdinando. I 7 emendamenti presentati da d'Addato e Muoio possono non trovare copertura finanziaria e sono generici. La mozione di sfiducia dovrà essere votata per coerenza anche dai 2, visto che il testo cita tutti quegli elementi già denunciati dai colleghi consiglieri: "mancata partecipazione", "assenza di condivisione", "politica autoritaria"».
Una crisi, quella di San Ferdinando, che non è giunta inaspettata, come afferma il consigliere Diego Giannaccaro: «Il sostegno della lista "Città Solidale" è stato dato innanzitutto dai partiti PD e SEL che hanno condiviso un progetto basato su 4 valori: solidarietà, trasparenza, democrazia e partecipazione. I partiti hanno lavorato duramente per le deleghe ai consiglieri e non dimentichiamo che anche il sindaco ha ricevuto una delega per rivestire il suo incarico. Abbiamo voluto dare dei segnali e lo abbiamo fatto col PUG - piano urbanistico generale - e soprattutto col bilancio. La città, che per anni è stata inascoltata, c'è e non ha colore».
I 3 del PD, addirittura, hanno rischiato di essere espulsi dal partito. Infatti, le loro tessere sono state poste all'attenzione della commissione di garanzia, senza nessun riscontro negativo per i consiglieri. «Il Partito Democratico di San Ferdinando - afferma Arianna Camporeale - siamo anche noi. Abbiamo presentato le nostre ragioni alla commissione di garanzia, la quale ha ritenuto inammissibile una richiesta di espulsione nei nostri confronti. Non c'è stato nessun atto lesivo nei confronti né del partito né dell' amministrazione. Anzi, sono state lese le nostre prerogative di consiglieri comunali. Non abbiamo mai voluto occupare poltrone e lo dimostrano le mie dimissioni da vicesindaco e assessore ai servizi sociali rassegnate il giorno dopo le dimissioni del sindaco».