Il cardinale Montenegro a San Ferdinando di Puglia: «Vi racconto gli sbarchi di Lampedusa»
La testimonianza del prelato che ha seguito il suo ministero lì dove spesso approdano i profughi
lunedì 30 agosto 2021
17.03
Nella giornata del 28 agosto, con l'impegno del Comitato Festa Patronale "San Ferdinando Re", in Piazza della Costituzione è stato accolto il cardinale Francesco Montenegro, che dal 22 maggio 2021 è arcivescovo emerito di Agrigento.
Il cardinale Montenegro ha rivolto la sua testimonianza circa gli sbarchi sull'isola di Lampedusa.
"In queste acque molti conoscono la morte (Lampedusa alla greca= scoglio), altri invece conoscono la vita (Lampedusa alla latina= luce).
E dopo più di 30 anni di flusso continuo di immigrati, il cardinale ci racconta come questo continente d'acqua sia ormai diventato un "cimitero liquido" con più di 60.000 cadaveri.
"La gente che arriva qui, compie questo lungo e pericoloso viaggio sapendo che è la sua ultima possibilità – continua il cardinale. Giungono uomini, bambini, donne gravide, piene di sangue e spesso violentate". Tutti pieni di ottimismo per essere anche solo giunti vivi. "Preferiscono morire lungo questo viaggio di speranza piuttosto che nel loro paese, in cui sono destinati al carcere, alla strada o al deserto e quindi alla morte ".
Dopo l'esperienza vissuta il 3 ottobre, alla vista delle 380 bare allineate, il cardinale afferma "queste tragedie non sono da vedere ma da toccare - continua - l'immigrazione è frutto dell'ingiustizia sociale, che è detta civile, ma che in realtà è solo immorale".
Il cardinale Montenegro ha rivolto la sua testimonianza circa gli sbarchi sull'isola di Lampedusa.
"In queste acque molti conoscono la morte (Lampedusa alla greca= scoglio), altri invece conoscono la vita (Lampedusa alla latina= luce).
E dopo più di 30 anni di flusso continuo di immigrati, il cardinale ci racconta come questo continente d'acqua sia ormai diventato un "cimitero liquido" con più di 60.000 cadaveri.
"La gente che arriva qui, compie questo lungo e pericoloso viaggio sapendo che è la sua ultima possibilità – continua il cardinale. Giungono uomini, bambini, donne gravide, piene di sangue e spesso violentate". Tutti pieni di ottimismo per essere anche solo giunti vivi. "Preferiscono morire lungo questo viaggio di speranza piuttosto che nel loro paese, in cui sono destinati al carcere, alla strada o al deserto e quindi alla morte ".
Dopo l'esperienza vissuta il 3 ottobre, alla vista delle 380 bare allineate, il cardinale afferma "queste tragedie non sono da vedere ma da toccare - continua - l'immigrazione è frutto dell'ingiustizia sociale, che è detta civile, ma che in realtà è solo immorale".