L'eredità del 9 febbraio del 1948 a 72 anni dall’eccidio
Una corona davanti alla lapide in piazza della Costituzione
venerdì 7 febbraio 2020
14.18
Una delle pagine più dolorose della storia del territorio, scritta in un momento di grandi contrasti e contrapposizioni che caratterizzarono il periodo dell'immediato dopoguerra. Settantadue anni fa, il 9 febbraio del 1948, a San Ferdinando di Puglia avvenne un eccidio: quattro militanti comunisti ed un bambino di soli sette anni furono uccisi. Accadeva all'indomani dell'apertura della campagna elettorale per le politiche. Furono assaltate contemporaneamente le sedi del Pci, della Cgil e dell'Anpi.
Nicola Francone, Giuseppe Di Troia, Vincenzo Di Niso, Giuseppe De Michele e il piccolo Raffaele Riontino, questi i nomi che la città non potrà mai dimenticare. Si macchiarono di una tale atrocità militanti fascisti e qualunquisti.
Per tenere viva la memoria collettiva Cgil, Anpi, Articolo Uno e Pd organizzano domenica prossima, 9 febbraio 2020, un incontro presso l'auditorium del Centro culturale polivalente alle ore 18.30 per riflettere del tema "L'eredità del 9 febbraio '48". Parteciperanno il prof. Gianni Sardaro, presidente Anpi di San Ferdinando di Puglia, Biagio D'Alberto, segretario generale Cgil Bat e la senatrice Assuntela Messina, componente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani. Prima del convegno sarà deposta una corona d'alloro davanti alla lapide che ricorda l'eccidio, in piazza della Costituzione, un tempo sede della Cgil, dove arriverà il corteo partito da vico Forno, luogo dove alle 17.30 è previsto il ritrovo.
"Dobbiamo partire dal ricordo di quella tragedia per evitare che la memoria collettiva si disperda, fatti del genere non possono essere dimenticati perché abbassando la guardia si rischia che simili atrocità possano ripetersi. L'oblio è il peggior nemico degli ideali dell'antifascismo e dell'antisemitismo. Se dimentichiamo cosa è accaduto rischiamo di ritrovarci con le svastiche disegnate sulla cattedrale, come è accaduto ad Andria, o le scritte sulle porte a Mondovì 'Qui ci sono ebrei'", commentano il coordinatore della Camera del Lavoro di San Ferdinando di Puglia, Vincenzo Brucoli e il segretario generale della Cgil Bat, Biagio D'Alberto.
Nicola Francone, Giuseppe Di Troia, Vincenzo Di Niso, Giuseppe De Michele e il piccolo Raffaele Riontino, questi i nomi che la città non potrà mai dimenticare. Si macchiarono di una tale atrocità militanti fascisti e qualunquisti.
Per tenere viva la memoria collettiva Cgil, Anpi, Articolo Uno e Pd organizzano domenica prossima, 9 febbraio 2020, un incontro presso l'auditorium del Centro culturale polivalente alle ore 18.30 per riflettere del tema "L'eredità del 9 febbraio '48". Parteciperanno il prof. Gianni Sardaro, presidente Anpi di San Ferdinando di Puglia, Biagio D'Alberto, segretario generale Cgil Bat e la senatrice Assuntela Messina, componente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani. Prima del convegno sarà deposta una corona d'alloro davanti alla lapide che ricorda l'eccidio, in piazza della Costituzione, un tempo sede della Cgil, dove arriverà il corteo partito da vico Forno, luogo dove alle 17.30 è previsto il ritrovo.
"Dobbiamo partire dal ricordo di quella tragedia per evitare che la memoria collettiva si disperda, fatti del genere non possono essere dimenticati perché abbassando la guardia si rischia che simili atrocità possano ripetersi. L'oblio è il peggior nemico degli ideali dell'antifascismo e dell'antisemitismo. Se dimentichiamo cosa è accaduto rischiamo di ritrovarci con le svastiche disegnate sulla cattedrale, come è accaduto ad Andria, o le scritte sulle porte a Mondovì 'Qui ci sono ebrei'", commentano il coordinatore della Camera del Lavoro di San Ferdinando di Puglia, Vincenzo Brucoli e il segretario generale della Cgil Bat, Biagio D'Alberto.