"La forza delle donne", Gessica Notaro e il no alla «violenza in generale»
La rappresentazione teatrale scritta e diretta da Gerardo Russo
mercoledì 22 luglio 2020
13.30
«Non una violenza di genere, ma una violenza in generale», come a dire che non c'è distinzione fra uomo e donna: le vittime di violenze sono tutte uguali e quindi vanno aiutate. A San Ferdinando di Puglia una testimone di eccellenza Gessica Notaro ha lanciato un messaggio di speranza attraverso una rappresentazione teatrale, scritta e diretta dall'artista di Trinitapoli Gerardo Russo, dal titolo "La forza delle donne", cioè «la forza di rialzarsi e leccarsi le ferite quando sembra tutto finito, la capacità di reinventarsi, di chiudere una parentesi traumatica e di vivere una vita nuova all'insegna dell'amore», ha affermato. La cantante e modella italiana nel 2017 è stata vittima di un'aggressione con l'acido da parte dell'ex fidanzato. Da quel momento non ha mai perso la sua bellezza e si è prodigata per aiutare le donne che vivono il suo stesso incubo.
«Sensibilizzare è un primo passo in avanti - ha affermato la cantante -. Mi è capitato anche di assistere a storie di uomini vittime di stalking concluse anche in maniera brutale. Oggi, per fortuna, si è un po' più assisti rispetto a un paio d'anni fa. L'attenzione è maggiore rispetto a questa tematica ed è importante che resti tale perché le vittime vanno ascoltate. È importante che passi un messaggio: non bisogna aver paura di denunciare né bisogna provare vergogna. Da parte delle istituzioni, allo stesso tempo, serve la massima attenzione senza mai sottovalutare il problema che non è affatto ridicolo. Quando qualcuno viene da noi e denuncia, lo fa perché ha una paura dovuta a un'esigenza reale».
Nella provincia di Barletta-Andria-Trani il fenomeno della violenza di genere è ancora diffuso, sono 50 negli ultimi due mesi le richieste di aiuto. «Le segnalazioni sono aumentate dopo il periodo di lockdown non per una recrudescenza del fenomeno ma grazia a una ottima campagna di sensibilizzazione fatta da tutti i centri antiviolenza», ha affermato Laura Pasquino, coordinatrice e consulente legale presso Centro Antivioleza Giulia e Rossella. «Bisogna lavorare ancora molto - ha sottolineato -. Ci sono territori nei quali il fenomeno è molto più sommerso e quindi bisogna informare le donne e portare loro a conoscenza della presenza dei centri antiviolenza. A noi si rivolgono donne di qualsiasi strato sociale perché la violenza non conosce distinzioni. Le donne che appartengono a un ceto socio - culturale più elevato hanno qualche difficoltà nel denunciare dovute a un maggior senso di vergogna».
«Sensibilizzare è un primo passo in avanti - ha affermato la cantante -. Mi è capitato anche di assistere a storie di uomini vittime di stalking concluse anche in maniera brutale. Oggi, per fortuna, si è un po' più assisti rispetto a un paio d'anni fa. L'attenzione è maggiore rispetto a questa tematica ed è importante che resti tale perché le vittime vanno ascoltate. È importante che passi un messaggio: non bisogna aver paura di denunciare né bisogna provare vergogna. Da parte delle istituzioni, allo stesso tempo, serve la massima attenzione senza mai sottovalutare il problema che non è affatto ridicolo. Quando qualcuno viene da noi e denuncia, lo fa perché ha una paura dovuta a un'esigenza reale».
Nella provincia di Barletta-Andria-Trani il fenomeno della violenza di genere è ancora diffuso, sono 50 negli ultimi due mesi le richieste di aiuto. «Le segnalazioni sono aumentate dopo il periodo di lockdown non per una recrudescenza del fenomeno ma grazia a una ottima campagna di sensibilizzazione fatta da tutti i centri antiviolenza», ha affermato Laura Pasquino, coordinatrice e consulente legale presso Centro Antivioleza Giulia e Rossella. «Bisogna lavorare ancora molto - ha sottolineato -. Ci sono territori nei quali il fenomeno è molto più sommerso e quindi bisogna informare le donne e portare loro a conoscenza della presenza dei centri antiviolenza. A noi si rivolgono donne di qualsiasi strato sociale perché la violenza non conosce distinzioni. Le donne che appartengono a un ceto socio - culturale più elevato hanno qualche difficoltà nel denunciare dovute a un maggior senso di vergogna».