Manifesto in piazza della lista «Città solidale»

«Il centrodestra le sta tentando tutte. Ma le opere pubbliche le stiamo facendo»

mercoledì 22 aprile 2015 18.33
«Semplicemente pieni di rabbia». S'intitola così il manifesto esposto in piazza della lista «Città solidale», che guida l'Amministrazione comunale dal 2012, e rivolto all'opposizione di centrodestra. «È la rabbia di constatare che San Ferdinando – si legge nel manifesto - è uno dei pochi Comuni che, in una situazione generale di profonda crisi, riesce ad assicurare servizi e opere ai cittadini, con un livello di tassazione fra i più bassi d'Italia».
Da tempo il centrodestra di San Ferdinando esprime dubbi sull'operato della maggioranza di centrosinistra, a guida della città. Proprio nei giorni scorsi il gruppo consiliare «Uniti per San Ferdinando» aveva presentato al sindaco, Michele Lamacchia, e all'assessore ai Lavori Pubblici, Luigi di Pace, un'interrogazione in merito a modalità, tempi e costi della demolizione e ricostruzione della nuova sede comunale. E così la lista «Città solidale» ha spiegato la sua posizione: «In questi primi tre anni – prosegue il manifesto - siamo riusciti a progettare, finanziare, appaltare e completare tante opere pubbliche, e per tante altre i lavori si concluderanno a breve. Pensavamo che non saremmo riusciti a consegnare alla città il risanamento della 167, la video sorveglianza, le palestre delle scuole, la villa comunale, il campo sportivo, le strade e la piazza. E prima dell'estate saranno consegnati i plessi scolastici "Papa Giovanni XXIII" e "De Amicis", completamente ristrutturati ed efficienti dal punto di vista energetico e la nuova sede municipale. Inoltre, sono in fase di aggiudicazione i lavori di costruzione della Casa della salute. E in fase di approvazione il progetto di efficientamento energetico dell'impianto di pubblica illuminazione. La destra le ha provate tutte – conclude il manifesto – inondando di denunce tutti gli uffici regionali, le varie autorità e magistrature. Invano. Dopo aver fallito il tentativo di fare danno alla città intralciando la realizzazione di opere pubbliche, non le resta che la rabbia».