Padre Saverio: "Una carica di umanità in mezzo a tanta bruttura"
Si conclude la nostra intervista al missionario
lunedì 5 luglio 2021
9.40
Purtroppo le difficoltà, in Brasile, non colpiscono solo i giovani ma anche gli adulti. "La gente sopravviveva nei quartieri raccogliendo materiale riciclabile - continua -, così abbiamo organizzato una cooperativa, in cui ascoltiamo le loro proposte e rendiamo dignitosa quella che ormai è diventata una vera e propria professione: il raccoglitore di cartone. Tutti hanno una divisa, dei guanti, materiale di protezione individuale, scarpe antinfortunistiche".
Ma se in alcuni casi si riesce a limitare il degrado che incombe in questi luoghi, in altri prevale inevitabilmente la violenza, con un sistema carcerario disumano, in cui spesso i detenuti vengono sottoposti a torture. "Nella mia diocesi ci sono tre carceri minorili, di cui due maschili e uno femminile e io mi ci reco settimanalmente insieme ad un gruppo di persone laiche. Su 800.000 detenuti, circa 25.000 sono minorenni".
Ed è proprio qui, nelle carceri, che Padre Saverio vive le esperienze più drammatiche. Esperienze che spesso lo hanno portato a pensare di dover mollare. Tanti momenti di sconforto, di impotenza, di tristezza che hanno creato delle ferite nel suo cuore. Ma non sono bastati a farlo rinunciare.
Neanche le minacce di morte e i due anni sotto scorta hanno fermato Padre Saverio che ha continuato ad andare avanti, svolgendo il suo compito all'interno della comunità.
"Questa esperienza mi ha fatto diventare più umano. Mi ha fatto comprendere cosa significa vivere per gli altri. Mi ha insegnato la compassione, che non è aver pietà dell'altro, ma soffrire insieme con lui. Mi ha aiutato a non essere indifferente di fronte alla violazione dei diritti umani. Mi ha fatto scoprire i miei limiti, le mie fragilità. Mi ha aiutato a non anteporre mai l'esigenza alla comprensione, perché comprendere non significa giustificare, ma far riferimento allo storico di ognuno di loro.
I ragazzi mi hanno dato la carica di umanità, la stessa umanità che ci insegna il Vangelo".
Ma se in alcuni casi si riesce a limitare il degrado che incombe in questi luoghi, in altri prevale inevitabilmente la violenza, con un sistema carcerario disumano, in cui spesso i detenuti vengono sottoposti a torture. "Nella mia diocesi ci sono tre carceri minorili, di cui due maschili e uno femminile e io mi ci reco settimanalmente insieme ad un gruppo di persone laiche. Su 800.000 detenuti, circa 25.000 sono minorenni".
Ed è proprio qui, nelle carceri, che Padre Saverio vive le esperienze più drammatiche. Esperienze che spesso lo hanno portato a pensare di dover mollare. Tanti momenti di sconforto, di impotenza, di tristezza che hanno creato delle ferite nel suo cuore. Ma non sono bastati a farlo rinunciare.
Neanche le minacce di morte e i due anni sotto scorta hanno fermato Padre Saverio che ha continuato ad andare avanti, svolgendo il suo compito all'interno della comunità.
"Questa esperienza mi ha fatto diventare più umano. Mi ha fatto comprendere cosa significa vivere per gli altri. Mi ha insegnato la compassione, che non è aver pietà dell'altro, ma soffrire insieme con lui. Mi ha aiutato a non essere indifferente di fronte alla violazione dei diritti umani. Mi ha fatto scoprire i miei limiti, le mie fragilità. Mi ha aiutato a non anteporre mai l'esigenza alla comprensione, perché comprendere non significa giustificare, ma far riferimento allo storico di ognuno di loro.
I ragazzi mi hanno dato la carica di umanità, la stessa umanità che ci insegna il Vangelo".