RSA e centri diurni, Piazzolla: «Strutture in crisi, necessario valorizzarle»
Interviene l'avv. Rossella Piazzolla, candidata alle Regionali 2020 con Raffaele Fitto presidente
sabato 18 luglio 2020
"LE RSA sono un punto di riferimento fondamentale per tante famiglie: smantellarle sarebbe un grave errore". Lo afferma in una nota l'avv. Rossella Piazzolla, candidata alle Regionali 2020 con Raffaele Fitto presidente, commentando le parole del segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, in merito alla volontà di cancellare queste strutture di assistenza per gli anziani, ritenute un modello ormai "superato".
"Le RSA sono state messe in ginocchio, come gli ospedali e tutte le strutture sanitarie, dalla pandemia da coronavirus ma hanno retto in maniera più che dignitosa, nonostante le mancanze della Regione durante questa emergenza. A partire dalla fornitura e distribuzione dei DPI agli operatori sanitari, per non parlare del numero dei tamponi effettuati in Puglia (ultima da questo punto di vista) e delle lungaggini per conoscere l'esito del tampone, per il quale devono trascorrere ben 11 giorni. Il dato è emerso dal report del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, e non fa che confermare il depotenziamento della rete di laboratori necessari per accelerare i tempi per l'esito dei tamponi. Sotto questo aspetto, le RSA e i centri diurni hanno vissuto giorni difficili e tuttora vivono un momento di crisi, a causa di regole strutturali che possono mettere a rischio la sopravvivenza di queste strutture. A cominciare dal fatto che la Regione ha imposto alle RSA di istituire veri e propri reparti Covid all'interno delle strutture, con un conseguente aumento dei costi. Diverse, inoltre, sono le difficoltà ad effettuare nuovi ricoveri, in quanto è previsto un tampone all'ingresso, due settimane di isolamento e successivamente un secondo tampone di controllo. Un'altra problematica che pesa sui centri diurni per disabili è poi il trasporto sociale, situazione aggravatasi con l'emergenza covid.
Le RSA pugliesi contano migliaia di ospiti, spesso non autosufficienti. E' necessario valorizzare queste strutture come centro di una rete di assistenza alternativa all'ospedale, una connessione tra assistenza domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale".
"Le RSA sono state messe in ginocchio, come gli ospedali e tutte le strutture sanitarie, dalla pandemia da coronavirus ma hanno retto in maniera più che dignitosa, nonostante le mancanze della Regione durante questa emergenza. A partire dalla fornitura e distribuzione dei DPI agli operatori sanitari, per non parlare del numero dei tamponi effettuati in Puglia (ultima da questo punto di vista) e delle lungaggini per conoscere l'esito del tampone, per il quale devono trascorrere ben 11 giorni. Il dato è emerso dal report del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, e non fa che confermare il depotenziamento della rete di laboratori necessari per accelerare i tempi per l'esito dei tamponi. Sotto questo aspetto, le RSA e i centri diurni hanno vissuto giorni difficili e tuttora vivono un momento di crisi, a causa di regole strutturali che possono mettere a rischio la sopravvivenza di queste strutture. A cominciare dal fatto che la Regione ha imposto alle RSA di istituire veri e propri reparti Covid all'interno delle strutture, con un conseguente aumento dei costi. Diverse, inoltre, sono le difficoltà ad effettuare nuovi ricoveri, in quanto è previsto un tampone all'ingresso, due settimane di isolamento e successivamente un secondo tampone di controllo. Un'altra problematica che pesa sui centri diurni per disabili è poi il trasporto sociale, situazione aggravatasi con l'emergenza covid.
Le RSA pugliesi contano migliaia di ospiti, spesso non autosufficienti. E' necessario valorizzare queste strutture come centro di una rete di assistenza alternativa all'ospedale, una connessione tra assistenza domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale".