San Ferdinando: pochi affitti. In controtendenza la BAT
Nel comune ex foggiano in locazione ci sono il 12,5% dei cittadini
giovedì 10 settembre 2015
16.29
San Ferdinando di Puglia è al terz'ultimo posto nella BAT tra le città dove si vive maggiormente in affitto. A ricorrere alla locazione il 12,5% dei cittadini. La città del nord barese è seguita da Margherita di Savoia che si ferma al 12% e da Minervino Murge che chiude la graduatoria con solo l'11% degli affitti. Ma la BAT è in netta controtendenza tanto da risultare, invece, la Provincia con più ricorso all'affitto di Puglia con una percentuale del 20,8% ed il 17esimo posto in tutta Italia ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 17,9%. Sono i dati contenuti nell'analisi effettuata dalla società di franchising immobiliare "Solo Affitti" che ha rilevato come nella Città di Barletta vi sia il più alto numero di affitti con il 26,5%, prima città nella regione Puglia. A seguire Molfetta e sul terzo gradino regionale si posiziona Trani con il 24,6%. A Bisceglie il gradino più basso del podio tutto provinciale con il 20,3%.
Lo studio pone una riflessione sulla tutela della categoria degli affittuari, trascurati a favore dei possessori di casa, al centro degli interessi del governo ancora oggi, con Renzi pronto, dal prossimo anno, ad abolire l'Imu. «In Italia fino ad oggi - commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti - a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d'immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell'affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca - prosegue Spronelli - certamente si è avviato un percorso virtuoso. L'ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un'accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l'inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l'immobile diventi la sua residenza principale».
Dopo la BAT in Puglia vi è Bari (19,8%), Foggia (16,2%), Taranto (15,3%), Brindisi (13,8%) e, fanalino di coda, Lecce (9,9%). Espandendo la visuale al territorio nazionale, la Puglia occupa il 12° posto con il 16,1%. In testa alla classifica Campania (24,4%), Valle d'Aosta (22,5%), Liguria (22,2%) e Piemonte (22,1%). Le percentuali minime si registrano, invece, in Molise (ultimo a 10,9%), Basilicata (penultima con l'11,9%) e Sardegna (terzultima con il 12,5%).
Lo studio pone una riflessione sulla tutela della categoria degli affittuari, trascurati a favore dei possessori di casa, al centro degli interessi del governo ancora oggi, con Renzi pronto, dal prossimo anno, ad abolire l'Imu. «In Italia fino ad oggi - commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti - a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d'immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell'affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca - prosegue Spronelli - certamente si è avviato un percorso virtuoso. L'ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un'accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l'inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l'immobile diventi la sua residenza principale».
Dopo la BAT in Puglia vi è Bari (19,8%), Foggia (16,2%), Taranto (15,3%), Brindisi (13,8%) e, fanalino di coda, Lecce (9,9%). Espandendo la visuale al territorio nazionale, la Puglia occupa il 12° posto con il 16,1%. In testa alla classifica Campania (24,4%), Valle d'Aosta (22,5%), Liguria (22,2%) e Piemonte (22,1%). Le percentuali minime si registrano, invece, in Molise (ultimo a 10,9%), Basilicata (penultima con l'11,9%) e Sardegna (terzultima con il 12,5%).