Savino Defacendis presenta il libro «La civiltà del grano»

Nel volume tutte le pratiche di coltivazione e trasformazione dell'antico cereale

domenica 7 giugno 2015 19.04
A cura di Leonardo Ingravallo
Ricostruire le varie fasi della vita contadina, partendo dalla coltivazione dei cerali. È stato questo il lavoro svolto dal presidente dell'Archeoclub, Savino Defacendis, nel suo libro «La civiltà del grano nella Daunia», presentato ieri nella cripta della chiesa Madre. Intervenuti, oltre all'autore del libro, anche il sindaco Michele Lamacchia e Pasquale De Vita, ricercatore del Cra (Centro di Ricerca per la Cerealicoltura) di Foggia.
Il volume, realizzato grazie al contributo fornito dalla Regione Puglia nell'ambito del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) 2007-2013, "Progetti integrati per la biodiversità", rientra nell'attività di indagine storica e bibliografica sulla tradizione cerealicola pugliese. Il progetto, chiamato "SavegrainPuglia" intende promuovere la valorizzazione delle tradizioni legate all'utilizzo dei cereali e l'importanza che queste colture hanno reppresentato nel passato. «La Daunia si estendeva storicamente fino all'Ofanto. In Puglia, nel Tavoliere, il grano affonda le sue radici non solo nel terreno, ma nella storia – ha spiegato Defacendis – Solo nel piccolo agro di San Ferdinando, abbiamo ritrovato 35 siti dell'età neolitica, cioè risalenti a circa sette mila anni fa».
Il volume parte dalle varietà di graminace coltivate in Capitanata, per spiegare poi la preparazione del terreno, la semina, la mietitura, la conservazione del grano, i vari costituenti chimici, fino alla trasformazione in pane. Alcuni paragrafi sono persino dedicati agli usi non alimentari del grano, riguardanti la produzione di energia da biomasse. Insomma, un viaggio dentro le radici del nostro territorio, spunto per una nuova riflessione sul significato e sul ruolo dell'agricoltura nei prossimi anni.