Un anno dalla morte di Leone 2 a San Ferdinando di Puglia: rito abbreviato per l'artefice
Un senso di giustizia che continua a farsi sentire dai volontari dell'ENPA: parla Annarita Distaso
martedì 14 gennaio 2025
07.00
Circa un anno fa il gattino Leone 2 moriva a San Ferdinando di Puglia a causa dell'esplosione di un petardo che compromise la mandibola e diversi organi interni. Fu trovato la notte di Capodanno e morì dieci giorni dopo a causa delle gravi condizioni in cui versava.
Tra i primi ad occuparsi del gattino martoriato i volontari dell'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), che oltre a fornirgli cure – con l'aiuto di altra gente – si misero in moto per fare giustizia, denunciando quindi l'accaduto ai carabinieri e presentando così un esposto al tribunale di Foggia.
Dopo un anno la questione è ancora aperta e lo sarà ancora per diversi mesi. Abbiamo quindi chiesto ad Annarita Distaso - vice presidente dell'ENPA Barletta - di raccontarci in che modo si è evoluta la questione durante quest'ultimo anno.
Come è iniziato il travaglio del gattino Leone?
"Veniamo a conoscenza del caso di Leone l'1 gennaio. Una gattara di San Ferdinando ci chiama dicendo che c'è un gatto con la bocca, le zampe, il muso bruciacchiati da petardi. Voci di corridoio dicono che è stato intrappolato sotto un auto e gli hanno sparato i petardi. Una volontaria dell'ENPA va a San Ferdinando a recuperare il gatto e a ricoverarlo. Ci rendiamo subito conto che la situazione è gravissima. La volontaria di San Ferdinando ci racconta che stanno dicendo che si tratta dello stesso ragazzino che mesi prima aveva ucciso con le pietre una mamma gatta mentre era in allattamento e noi di ENPA a Barletta siamo poi andati in quella scuola abbandonata a recuperare i suoi due cuccioli che altrimenti sarebbero morti anche loro".
Come si è evoluta la situazione riguardante gli artefici?
"Si è evoluta facendo delle denunce, chiedendo delle risposte. Abbiamo quindi fatto un esposto al tribunale di Foggia, ci siamo recati più volte con i carabinieri di San Ferdinando proprio per chiedere notizie, per avere aggiornamenti, per essere sicuri che si muovessero. Ho contattato persone molto in là, carabinieri, comandanti di carabinieri di altre sezioni - animalisti anche loro - per avere un supporto e una forza – evidenzia – ed è stata questa la mia forza". "Altra forza è stata la gente che ha collaborato: ci hanno fornito le videocamere, i carabinieri stessi hanno chiesto le videocamere della banca vicino e là siamo riusciti a scoprire chi fosse ed effettivamente era lui, lo stesso ragazzino che sei mesi prima aveva ucciso un'altra gatta con le pietre mentre allattava i cuccioli".
Per il presunto responsabile, un ragazzino di San Ferdinando, proseguono le vicende giudiziarie. Si svolgerà il rito abbreviato con udienza fissata al prossimo 6 giugno.
A margine dell'intervista la referente dell'ENPA ha fatto un appello anche a migliorare la sensibilità, l'attenzione a questi temi nella città di San Ferdinando dove evidentemente c'è ancora molto da fare: "Io ho due mie volontarie a San Ferdinando, ho altre gattare, cerco di fare il possibile, ma è come scontrarsi con un muro di gomma".
Termina Annarita Distaso con una citazione di San Francesco d'Assisi: "Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani".
Tra i primi ad occuparsi del gattino martoriato i volontari dell'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), che oltre a fornirgli cure – con l'aiuto di altra gente – si misero in moto per fare giustizia, denunciando quindi l'accaduto ai carabinieri e presentando così un esposto al tribunale di Foggia.
Dopo un anno la questione è ancora aperta e lo sarà ancora per diversi mesi. Abbiamo quindi chiesto ad Annarita Distaso - vice presidente dell'ENPA Barletta - di raccontarci in che modo si è evoluta la questione durante quest'ultimo anno.
Come è iniziato il travaglio del gattino Leone?
"Veniamo a conoscenza del caso di Leone l'1 gennaio. Una gattara di San Ferdinando ci chiama dicendo che c'è un gatto con la bocca, le zampe, il muso bruciacchiati da petardi. Voci di corridoio dicono che è stato intrappolato sotto un auto e gli hanno sparato i petardi. Una volontaria dell'ENPA va a San Ferdinando a recuperare il gatto e a ricoverarlo. Ci rendiamo subito conto che la situazione è gravissima. La volontaria di San Ferdinando ci racconta che stanno dicendo che si tratta dello stesso ragazzino che mesi prima aveva ucciso con le pietre una mamma gatta mentre era in allattamento e noi di ENPA a Barletta siamo poi andati in quella scuola abbandonata a recuperare i suoi due cuccioli che altrimenti sarebbero morti anche loro".
Come si è evoluta la situazione riguardante gli artefici?
"Si è evoluta facendo delle denunce, chiedendo delle risposte. Abbiamo quindi fatto un esposto al tribunale di Foggia, ci siamo recati più volte con i carabinieri di San Ferdinando proprio per chiedere notizie, per avere aggiornamenti, per essere sicuri che si muovessero. Ho contattato persone molto in là, carabinieri, comandanti di carabinieri di altre sezioni - animalisti anche loro - per avere un supporto e una forza – evidenzia – ed è stata questa la mia forza". "Altra forza è stata la gente che ha collaborato: ci hanno fornito le videocamere, i carabinieri stessi hanno chiesto le videocamere della banca vicino e là siamo riusciti a scoprire chi fosse ed effettivamente era lui, lo stesso ragazzino che sei mesi prima aveva ucciso un'altra gatta con le pietre mentre allattava i cuccioli".
Per il presunto responsabile, un ragazzino di San Ferdinando, proseguono le vicende giudiziarie. Si svolgerà il rito abbreviato con udienza fissata al prossimo 6 giugno.
A margine dell'intervista la referente dell'ENPA ha fatto un appello anche a migliorare la sensibilità, l'attenzione a questi temi nella città di San Ferdinando dove evidentemente c'è ancora molto da fare: "Io ho due mie volontarie a San Ferdinando, ho altre gattare, cerco di fare il possibile, ma è come scontrarsi con un muro di gomma".
Termina Annarita Distaso con una citazione di San Francesco d'Assisi: "Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani".