“Una Chiesa viva”: riapre al culto la parrocchia Sacro Cuore di Gesù a San Ferdinando

Un progetto realizzato grazie ai fondi dell’ 8xmille alla Chiesa cattolica, ai fondi dell’Arcidiocesi e al contributo di tanti benefattori

martedì 22 agosto 2023 10.29
A cura di Anna Verzicco
Grande festa a San Ferdinando di Puglia, nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù, venerdì 18 agosto per la riapertura della Chiesa parrocchiale dopo i lavori di ristrutturazione. A presiedere la Messa Mons. Leonardo D'Ascenzo.

Un progetto realizzato grazie ai fondi dell' 8xmille alla Chiesa cattolica, ai fondi dell'Arcidiocesi e al contributo di tanti benefattori.

Dei lavori questi che hanno portato alla chiusura della Chiesa per circa quattro mesi, vedendo le celebrazioni feriali svolgersi all'interno del salone retrostante la Chiesa e quelle festive nell'auditorium dell' I.I.S.S. Michele Dell'Aquila o nel cortile esterno della chiesa.

Alle ore 19:00 si è svolta dunque la Celebrazione Eucaristica in cui il vescovo D'Ascenzo ha ricordato quanto l'essere tutti insieme Chiesa, rende la stessa tale: "Questa Chiesa che ha riaperto al culto vuole ricordarci chi siamo. Ogni parte singolarmente servirebbe a poco, è la composizione di tutto che rende l'insieme più particolare. Dobbiamo comprendere che per essere una comunità bella c'è bisogno dell'insieme di tutti. Questo tempio ha avuto bisogno di lavori perché fosse più bello - conclude il vescovo – non dobbiamo mai sentirci soli, mai cadere nella depressione spirituale".

Nell'occasione abbiamo intervistato la sig.ra Antonietta Miccolis, parrocchiana del Sacro Cuore di Gesù sin dai tempi della sua fondazione e sorella del parroco don Mimmo Miccolis, fondatore della Chiesa.

Com'è per lei rientrare in questa Chiesa?
"Per me è stata una cosa bellissima: ora la Chiesa è molto luminosa, splende, sembra di entrare in Paradiso. Certo noi continuavamo a seguire la Messa nel salone, ma non ha niente a che vedere con la bellezza di seguirla all'interno della nostra Chiesa".

Quanto pensa che questa Chiesa possa essere importante per la comunità e in modo particolare per i giovani?
"È molto importante. Questo è un quartiere in cui ci sono molti giovani. Mio fratello la fece costruire proprio per questo motivo in questa zona. Ora c'è don Ruggiero che degnamente sta continuando l'opera del parroco che l'ha preceduto. Non ho mai visto così tanti giovani in chiesa e soprattutto così tante iniziative. E io sono contenta che ogni sacerdote che arriva in questa Chiesa fa la sua opera. Ma questa - in particolar modo – ha fatto scalpore in senso positivo".

Qual è il ricordo più bello che ha in questa Chiesa?
"Sicuramente il primo giorno in cui sono entrata. Non c'erano i vetri, né i pavimenti, né le porte. Era inverno e abbiamo sofferto tanto il freddo. Però poi il Signore ci ha ha permesso di completare l'opera".


Abbiamo posto alcune domande anche a Salvatore Delia, giovanissimo della parrocchia Sacro Cuore di Gesù, che all'interno della Chiesa svolge anche il ruolo di ministrante.

Cosa provi per la riapertura della Chiesa?
"Che dire, apertura significa nuovo inizio, un nuovo capitolo per la storia del Sacro Cuore. Noi ragazzi siamo cresciuti all'interno di questo luogo ed è proprio per questo motivo che la sentiamo ancora di più questa data importante. Ovviamente questa ristrutturazione é stata importante anche per stare al passo con i tempi: la Chiesa è una "Chiesa giovane" e in quanto tale inseguiamo i tempi. Sono molto emozionato. Non vedo l'ora di entrare e di fare l'ingresso trionfale".

Abbiamo quindi terminato le nostre interviste con l'attuale parroco della Chiesa Sacro Cuore di Gesù nella persona di don Ruggiero Lattanzio.

Quanto può essere importante questa nuova ristrutturazione per tutta la comunità?
"Naturalmente questo lavoro di ristrutturazione è di grande importanza perché va ai fini della stabilità della struttura e della manutenzione ordinaria e straordinaria. Quindi certamente ha un valore importante resosi necessario con l'andare del tempo e quindi con l'invecchiamento della struttura stessa".

È stato difficile per la comunità accettare una così lunga chiusura della Chiesa?
"Per la comunità non è stato difficile. Non si tratta tanto del problema di accettare, quanto quello di adattarsi. Oggettivamente sono stati dei mesi faticosi per poter celebrare in trasferta, in luoghi certamente meno confortevoli rispetto a quelli della Chiesa. Tuttavia la comunità ha saputo e ha dovuto adattarsi a questa situazione di emergenza".

Qual è stata la reazione dei fedeli alla vista dei cambiamenti effettuati?
"I primi riscontri ricevuti sono tutti positivi, sebbene – ci tengo a sottolinearlo – i lavori non siano stati principalmente estetici, ma abbiano vertuto principalmente sulle questioni appunto legate al solaio, agli impianti termici ed elettrici".

Conclude don Ruggiero al termine della Celebrazione: "il Signore ci aiuti a creare le pietre vive della Chiesa viva che viviamo oggi. Questo è un luogo di gioia, di incontro, un trampolino per la Missione, è un invito aperto a tutti coloro che cercano Dio"
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