![I sacchi contenenti i tre cani a San Ferdinando. <span>Foto Da Facebook</span>](https://sanferdinando.gocity.it/library/media/sacchi_sanferdinando.jpg)
Attualità
San Ferdinando di Puglia e i tre cani morti ritrovati: il racconto di chi ha fatto la scoperta
Parla con noi Rossella Caputo, la donna che li ha trovati e ha prontamente denunciato
San Ferdinando - martedì 11 febbraio 2025
17.36
Non cessa la crudeltà a San Ferdinando di Puglia nei confronti di poveri animali indifesi: nella giornata di domenica 9 gennaio sono state infatti rinvenute in una vicina campagna le carcasse di tre cani, probabilmente cuccioli, avvolti da dei sacchi neri.
Un episodio efferato che sembra ripetersi per l'ennesima volta dopo il caso di Leone – il gattino dilaniato con dei petardi.
A raccontarci il tremendo episodio è Rossella Caputo che - insieme a suo padre - combattono da anni contro l'abbandono degli animali prendendosene cura e intervengono ogni qualvolta si presenti un triste episodio come questo.
In che modo e in quale circostanza ha scoperto le carcasse dei cani?
"Verso le 13:00 - domenica 9 gennaio – mio padre viene contattato da una volontaria di San Ferdinando dicendo di aver visto dei sacchi neri e che molto probabilmente – da quello che riusciva a vedere – c'erano dei cani dentro. Quindi mio padre - che è un volontario amante degli animali - immediatamente si è recato sul posto. Una triste scoperta che si è rivelata essere quel che si immaginava – i sacchi non erano chiusi completamente e ha visto che c'erano le carcasse dei tre cani: precisamente dei cuccioli, perché avevano circa un anno, un anno e mezzo, non di più".
In che modo avete agito?
"Ha contattato diverse persone, tra cui Francesca Toto, la quale si è immediatamente attivata contattando il commissario prefettizio che ha allertato le forze dell'ordine, la polizia locale, i quali in serata sono arrivati sul posto, nei pressi della zona La Fontana. Poi è stata contattata la veterinaria dell'Asl Bat e hanno recuperato le carcasse sulle quali faranno tutti gli accertamenti. Nella giornata di ieri abbiamo fatto regolarmente fatto denuncia ai carabinieri formalizzando tutto e adesso aspettiamo notizie dall'autopsia".
Pensi che situazioni del genere potrebbero accadere nuovamente a San Ferdinando?
"Sicuramente non è un episodio isolato, perché altri episodi ci sono già stati, come quello del gattino Leone. Noi più volte ci siamo rivolti alle istituzioni comunali per intervenire, poiché ogni qualvolta accadono questi episodi interviene sempre mio padre. Recupera sempre lui le carcasse dei cani e questa è diventata una situazione ingestibile. E sono convinta che altri episodi riaccadranno se non fermiamo queste menti malate".
Continua Rossella: "Per cui il primo passo è stato quello della denuncia, dopodiché cominceremo a reperire informazioni riguardo l'accaduto, anche personalmente, perché io non mi fermo. Io cercherò di mettermi in contatto con più persone possibili, di diffondere la notizia quanto più posso. Ho anche chiesto di fare determinate analisi sui sacchi".
Qual è stata la vostra reazione?
"È una storia che ci ha lasciato l'amaro in bocca. Le immagini di quei cani sono ancora impresse nelle nostre menti: noi amiamo i cani e tutti gli animali, ci prendiamo cura di tanti cani abbandonati. Per questo io lotterò finché avrò forza, affinché questo non accada più e nel nostro paese si cominci a pensare con una mentalità più civile, prendendo eventualmente anche provvedimenti per creare strutture per sterilizzare i cani o comunque accoglierli in un rifugio" – una possibilità quella che propone Rossella incentrata sulla riduzione del numero dei cani randagi, così da evitare che diventino nuovamente preda di chi non ha rispetto delle loro vite".
Un episodio efferato che sembra ripetersi per l'ennesima volta dopo il caso di Leone – il gattino dilaniato con dei petardi.
A raccontarci il tremendo episodio è Rossella Caputo che - insieme a suo padre - combattono da anni contro l'abbandono degli animali prendendosene cura e intervengono ogni qualvolta si presenti un triste episodio come questo.
In che modo e in quale circostanza ha scoperto le carcasse dei cani?
"Verso le 13:00 - domenica 9 gennaio – mio padre viene contattato da una volontaria di San Ferdinando dicendo di aver visto dei sacchi neri e che molto probabilmente – da quello che riusciva a vedere – c'erano dei cani dentro. Quindi mio padre - che è un volontario amante degli animali - immediatamente si è recato sul posto. Una triste scoperta che si è rivelata essere quel che si immaginava – i sacchi non erano chiusi completamente e ha visto che c'erano le carcasse dei tre cani: precisamente dei cuccioli, perché avevano circa un anno, un anno e mezzo, non di più".
In che modo avete agito?
"Ha contattato diverse persone, tra cui Francesca Toto, la quale si è immediatamente attivata contattando il commissario prefettizio che ha allertato le forze dell'ordine, la polizia locale, i quali in serata sono arrivati sul posto, nei pressi della zona La Fontana. Poi è stata contattata la veterinaria dell'Asl Bat e hanno recuperato le carcasse sulle quali faranno tutti gli accertamenti. Nella giornata di ieri abbiamo fatto regolarmente fatto denuncia ai carabinieri formalizzando tutto e adesso aspettiamo notizie dall'autopsia".
Pensi che situazioni del genere potrebbero accadere nuovamente a San Ferdinando?
"Sicuramente non è un episodio isolato, perché altri episodi ci sono già stati, come quello del gattino Leone. Noi più volte ci siamo rivolti alle istituzioni comunali per intervenire, poiché ogni qualvolta accadono questi episodi interviene sempre mio padre. Recupera sempre lui le carcasse dei cani e questa è diventata una situazione ingestibile. E sono convinta che altri episodi riaccadranno se non fermiamo queste menti malate".
Continua Rossella: "Per cui il primo passo è stato quello della denuncia, dopodiché cominceremo a reperire informazioni riguardo l'accaduto, anche personalmente, perché io non mi fermo. Io cercherò di mettermi in contatto con più persone possibili, di diffondere la notizia quanto più posso. Ho anche chiesto di fare determinate analisi sui sacchi".
Qual è stata la vostra reazione?
"È una storia che ci ha lasciato l'amaro in bocca. Le immagini di quei cani sono ancora impresse nelle nostre menti: noi amiamo i cani e tutti gli animali, ci prendiamo cura di tanti cani abbandonati. Per questo io lotterò finché avrò forza, affinché questo non accada più e nel nostro paese si cominci a pensare con una mentalità più civile, prendendo eventualmente anche provvedimenti per creare strutture per sterilizzare i cani o comunque accoglierli in un rifugio" – una possibilità quella che propone Rossella incentrata sulla riduzione del numero dei cani randagi, così da evitare che diventino nuovamente preda di chi non ha rispetto delle loro vite".