Territorio
Acqua e Consorzi di Bonifica, "In Puglia persi 968 milioni di opportunità"
Incontro di Coldiretti Puglia con Marco Lacarra, segretario del PD, sui danni del commissariamento ventennale dei consorzi
San Ferdinando - martedì 18 gennaio 2022
Comunicato Stampa
Mettere in campo per risolvere l'annosa vertenza del ventennale commissariamento dei Consorzi di Bonifica della Puglia, con 968 milioni di finanziamenti arrivati al sistema consortile nell'ultimo quinquennio che non sono stati utilizzati per dare il via alle opere irrigue vitali allo sviluppo rurale della Puglia. E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione dell'incontro con Marco Lacarra, segretario del PD in Puglia, che ha condiviso un momento utile di confronto sul delicato tema del commissariamento dei Consorzi di Bonifica, convenendo che va affrontato in maniera in maniera chiara e risolutiva per la crescita e lo sviluppo rurale in Puglia.
"Va risolto definitivamente il 'caso Puglia', uniformando la gestione della bonifica al modello adottato nel resto d'Italia, riconsegnando le attività dei Consorzi all'autogoverno del mondo agricolo, stanziando risorse per fronteggiare la debitoria pregressa, coprendo le spese di personale che andrà riorganizzato e meglio qualificato e riavviando così le manutenzioni. Necessario rifare i Piani di classifica, riperimetrando le quote consortili, per fare in modo che tutti gli utenti paghino, ma paghino il giusto", ha affermato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni.
La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione – aggiunge Coldiretti Puglia – comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi intervenuti con la Regione Basilicata, in merito al "ristoro del danno ambientale", in considerazione dei riflessi negativi sui costi dell'irrigazione per l'utenza e sui bilanci degli stessi Consorzi.
Si sono consolidate nel tempo, come denunciato dalle aziende agricole di Coldiretti Puglia, nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica – conclude Coldiretti Puglia - che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti, i quali hanno, loro malgrado, subito nell'ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi impraticabili e deleteri.
La tropicalizzazione del clima sottopone ormai ciclicamente, denuncia Coldiretti Puglia, alla violenza di nubifragi e bombe d'acqua che si abbattono su un territorio fragile, dove l'incuria e la mancanza di opere di manutenzione ordinaria dei canali e delle reti di scolo aggravano la situazione. Serve un piano organico pluriennale per gli interventi di manutenzione straordinaria, al fine di non gravare di oneri impropri i consorziati, già colpiti sia patrimonialmente che nella formazione del reddito, in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione delle strutture di bonifica e che realizzi investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, avvii fattivamente interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali.
In Puglia i consorzi di bonifica – conclude Coldiretti Puglia - rappresentano strumenti di utilità pubblica straordinaria, dato che nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate.
"Va risolto definitivamente il 'caso Puglia', uniformando la gestione della bonifica al modello adottato nel resto d'Italia, riconsegnando le attività dei Consorzi all'autogoverno del mondo agricolo, stanziando risorse per fronteggiare la debitoria pregressa, coprendo le spese di personale che andrà riorganizzato e meglio qualificato e riavviando così le manutenzioni. Necessario rifare i Piani di classifica, riperimetrando le quote consortili, per fare in modo che tutti gli utenti paghino, ma paghino il giusto", ha affermato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni.
La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione – aggiunge Coldiretti Puglia – comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi intervenuti con la Regione Basilicata, in merito al "ristoro del danno ambientale", in considerazione dei riflessi negativi sui costi dell'irrigazione per l'utenza e sui bilanci degli stessi Consorzi.
Si sono consolidate nel tempo, come denunciato dalle aziende agricole di Coldiretti Puglia, nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica – conclude Coldiretti Puglia - che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti, i quali hanno, loro malgrado, subito nell'ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi impraticabili e deleteri.
La tropicalizzazione del clima sottopone ormai ciclicamente, denuncia Coldiretti Puglia, alla violenza di nubifragi e bombe d'acqua che si abbattono su un territorio fragile, dove l'incuria e la mancanza di opere di manutenzione ordinaria dei canali e delle reti di scolo aggravano la situazione. Serve un piano organico pluriennale per gli interventi di manutenzione straordinaria, al fine di non gravare di oneri impropri i consorziati, già colpiti sia patrimonialmente che nella formazione del reddito, in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione delle strutture di bonifica e che realizzi investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, avvii fattivamente interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali.
In Puglia i consorzi di bonifica – conclude Coldiretti Puglia - rappresentano strumenti di utilità pubblica straordinaria, dato che nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate.