Politica
AFP: «Stampelle di nessuno. Fedeli al nostro ruolo politico»
Conferenza prima del Consiglio. 7 documenti poi approvati
San Ferdinando - mercoledì 17 febbraio 2016
12.07
Un'opposizione che collabora per il bene della città, perché fare politica non vuol dire far cadere gli avversari dalle poltrone. Il gruppo consiliare Alleanza Futuro Popolare lo ribadisce in una conferenza stampa prima del Consiglio Comunale per rispondere a tutti coloro che hanno accusato i consiglieri Giovina d'Addato e Peppino Muoio di essere "stampelle del sindaco" di San Ferdinando di Puglia, Michele Lamacchia. «Com'è noto - afferma il gruppo consiliare -, dopo oltre 40 giorni di tentativi di discussione in merito al bilancio, è stata presentata da 7 consiglieri una mozione di sfiducia. E' opportuno sottolineare che il documento di sfiducia mai è stato sottoposto alla discussione preventiva del nostro gruppo. I consiglieri sono stati solo coinvolti in una eventuale ipotesi di scioglimento del consiglio comunale che non avrebbe avuto alcun senso visto che si trattava solo della richiesta di discussione e condivisione nella stesura del bilancio. Prendiamo atto che la mozione trova la condivisione di espressioni politiche eterogenee (sinistra e destra), che non ci ha visti coinvolti, ma non ci sottrarremo alle valutazioni che ne scaturiranno in aula dalla discussione. Detto ciò, la nostra azione politico amministrativa sarà orientata al rafforzamento di questo quadro politico, mirando al recupero di tutte le risorse».
«La città di San Ferdinando di Puglia è ferma da oltre 40 giorni per la crisi amministrativa aperta all'interno del PD prima ancora che in tutta la maggioranza e oggi è all'attenzione del Consiglio la proposta iniziale di bilancio da cui la predetta crisi sarebbe scaturita. Oggi, non essendo calendarizzata la mozione di sfiducia, anteporre la discussione della stessa all'intera sessione di bilancio (16 e 22 febbraio) è una scelta che non possiamo condividere per differenti ragioni. Il contesto amministrativo attuale rispetto allo scorso 2 gennaio è assolutamente cambiato in relazione ad alcune situazioni ben più gravose per la città: il Comune deve onorare i propri obblighi assunti verso i creditori (per i lavori in corso), e questi ritardi potrebbero generare danni ben più rilevanti per le casse comunali; non possono essere avviati i numerosi servizi nel campo "sociale", programmati nel bilancio e nel nuovo piano sociale di zona, con aggravio di responsabilità nei confronti dei Comuni limitrofi che fanno parte del piano; i cittadini potrebbero trovarsi a scadenze fiscali sovrapposte e finanziariamente insostenibili».
«Il nostro gruppo consiliare ha atteso e rispettato "i tempi della crisi della maggioranza", sperando una serena discussione sul bilancio in aula. Riteniamo non più procrastinabile la discussione sul bilancio. In quattro anni abbiamo esercitato in modo propositivo il nostro ruolo di minoranza e continueremo con l'impegno preso 4 anni fa, proponendo 7 documenti all'approvazione del Consiglio: modifica al programma delle opere pubbliche - piste ciclabili; riduzione dei tributi - riduzione IMU; sicurezza e videosorveglianza; rilancio della Fiera del Carciofo; potenziamento ambientale delle periferie». Documenti che sono stati approvati qualche minuto dopo in aula e la loro approvazione non ha portato a un voto positivo sul bilancio da parte dei 2 consiglieri di minoranza che, invece, si sono astenuti.
«La città di San Ferdinando di Puglia è ferma da oltre 40 giorni per la crisi amministrativa aperta all'interno del PD prima ancora che in tutta la maggioranza e oggi è all'attenzione del Consiglio la proposta iniziale di bilancio da cui la predetta crisi sarebbe scaturita. Oggi, non essendo calendarizzata la mozione di sfiducia, anteporre la discussione della stessa all'intera sessione di bilancio (16 e 22 febbraio) è una scelta che non possiamo condividere per differenti ragioni. Il contesto amministrativo attuale rispetto allo scorso 2 gennaio è assolutamente cambiato in relazione ad alcune situazioni ben più gravose per la città: il Comune deve onorare i propri obblighi assunti verso i creditori (per i lavori in corso), e questi ritardi potrebbero generare danni ben più rilevanti per le casse comunali; non possono essere avviati i numerosi servizi nel campo "sociale", programmati nel bilancio e nel nuovo piano sociale di zona, con aggravio di responsabilità nei confronti dei Comuni limitrofi che fanno parte del piano; i cittadini potrebbero trovarsi a scadenze fiscali sovrapposte e finanziariamente insostenibili».
«Il nostro gruppo consiliare ha atteso e rispettato "i tempi della crisi della maggioranza", sperando una serena discussione sul bilancio in aula. Riteniamo non più procrastinabile la discussione sul bilancio. In quattro anni abbiamo esercitato in modo propositivo il nostro ruolo di minoranza e continueremo con l'impegno preso 4 anni fa, proponendo 7 documenti all'approvazione del Consiglio: modifica al programma delle opere pubbliche - piste ciclabili; riduzione dei tributi - riduzione IMU; sicurezza e videosorveglianza; rilancio della Fiera del Carciofo; potenziamento ambientale delle periferie». Documenti che sono stati approvati qualche minuto dopo in aula e la loro approvazione non ha portato a un voto positivo sul bilancio da parte dei 2 consiglieri di minoranza che, invece, si sono astenuti.