Agricoltura
Agricoltura, «Poca acqua dal Consorzio per irrigare i campi»
La denuncia dei contadini di San Ferdinando di Puglia
San Ferdinando - mercoledì 20 maggio 2020
8.28
«Paghiamo per ottenere l'erogazione dell'acqua, ma per irrigare i campi siamo costretti a scavare a nostre spese pozzi artesiani». Questa è la testimonianza di quanto accade nelle campagne di San Ferdinando di Puglia. I contadini lamentano che «l'acqua concessa dal Consorzio di Bonifica di Capitanata non è sufficiente per innaffiare le colture, per non perdere il raccolto dobbiamo provvedere autonomamente con un aggravio di costi».
Nei giorni scorsi scorsi il sindaco di Salvatore Puttilli ha inviato al Consorzio una lettera in cui sottolineava «una marcata riduzione della dotazione di acqua irrigua rispetto all'annata 2019». Dati alla mano un anno fa la capacità della diga Marana Capacciotti, da cui viene erogata l'acqua, era all'incirca 48milioni di metri cubi con conseguente dotazione di 2.040 metri cubi per ettaro, mentre nel 2020 la capacità della diga è all'incirca di 32 mln mentri cubi con relativa dotazione di 700 metri cubi per ettaro, con una riduzione del 35 percento. Alcuni contadini hanno quasi terminato il quantitativo d'acqua caricato sulla propria scheda perché le primizie di pesche e albicocche richiedono un'irrigazione costante. «Questa carenza di approvvigionamento irriguo è grave e può essere pericolosa per la tenuta economico sociale della città - ha sottolineato il primo cittadino -. Chiediamo al consorzio che le nostre istanze vengano ascoltate».
«Per irrigare i campi speriamo nella pioggia - hanno affermato i contadini -. Con la dotazione d'acqua fornita dal Consorzio rischiamo di non raccogliere il prodotto. La stagione irrigua è partita il 15 aprile ma la manutenzione della rete è iniziata in ritardo. Questo ha comportato che molti consorziati non hanno potuto innaffiare i propri campi fino a fine aprile. Cosa costa effettuare in anticipo questi interventi di manutenzione ordinaria in modo da non crearci ulteriori problemi?». Lamentele che sono state recepite dall'Amministrazione comunale. «Noi vogliamo aprire un dialogo con il Consorzio per capire quali siano le problematiche e trovare insieme le soluzioni per non penalizzare i nostri agricoltori», ha specificato l'assessore Carla Distaso. Un problema che può avere ripercussioni anche sulle aziende che si occupano della lavorazione e vendita del prodotto. «La mancanza d'acqua in termini di resa produttiva, soprattutto per le drupacee - alberi che producono come frutto una drupa, quindi il pesco, il susino, l'albicocco, il mandorlo e il ciliegio ndr - , è molto rilevante per il nostro settore - ha sottolineato il dottor Vito Salerno -. I problemi in questo periodo non mancano in termini di manodopera che purtroppo scarseggia. Gli agricoltori sono stati messi con le spalle al muro in un momento un cui avrebbero dovuto godere dei frutti di un intero anno di lavoro».
Nei giorni scorsi scorsi il sindaco di Salvatore Puttilli ha inviato al Consorzio una lettera in cui sottolineava «una marcata riduzione della dotazione di acqua irrigua rispetto all'annata 2019». Dati alla mano un anno fa la capacità della diga Marana Capacciotti, da cui viene erogata l'acqua, era all'incirca 48milioni di metri cubi con conseguente dotazione di 2.040 metri cubi per ettaro, mentre nel 2020 la capacità della diga è all'incirca di 32 mln mentri cubi con relativa dotazione di 700 metri cubi per ettaro, con una riduzione del 35 percento. Alcuni contadini hanno quasi terminato il quantitativo d'acqua caricato sulla propria scheda perché le primizie di pesche e albicocche richiedono un'irrigazione costante. «Questa carenza di approvvigionamento irriguo è grave e può essere pericolosa per la tenuta economico sociale della città - ha sottolineato il primo cittadino -. Chiediamo al consorzio che le nostre istanze vengano ascoltate».
«Per irrigare i campi speriamo nella pioggia - hanno affermato i contadini -. Con la dotazione d'acqua fornita dal Consorzio rischiamo di non raccogliere il prodotto. La stagione irrigua è partita il 15 aprile ma la manutenzione della rete è iniziata in ritardo. Questo ha comportato che molti consorziati non hanno potuto innaffiare i propri campi fino a fine aprile. Cosa costa effettuare in anticipo questi interventi di manutenzione ordinaria in modo da non crearci ulteriori problemi?». Lamentele che sono state recepite dall'Amministrazione comunale. «Noi vogliamo aprire un dialogo con il Consorzio per capire quali siano le problematiche e trovare insieme le soluzioni per non penalizzare i nostri agricoltori», ha specificato l'assessore Carla Distaso. Un problema che può avere ripercussioni anche sulle aziende che si occupano della lavorazione e vendita del prodotto. «La mancanza d'acqua in termini di resa produttiva, soprattutto per le drupacee - alberi che producono come frutto una drupa, quindi il pesco, il susino, l'albicocco, il mandorlo e il ciliegio ndr - , è molto rilevante per il nostro settore - ha sottolineato il dottor Vito Salerno -. I problemi in questo periodo non mancano in termini di manodopera che purtroppo scarseggia. Gli agricoltori sono stati messi con le spalle al muro in un momento un cui avrebbero dovuto godere dei frutti di un intero anno di lavoro».