Politica
Crisi di governo, via le dimissioni se c'è la fiducia
La questione politica sanferdinandese si risolverà nel prossimo Consiglio
San Ferdinando - venerdì 8 gennaio 2016
18.02
Una parte vuole risolvere la crisi, l'altra deve ancora dare le proprie spiegazioni. Con la maggioranza divisa in 7 consiglieri col sindaco Michele Lamacchia e 4 contro, a San Ferdinando di Puglia si è aperta una crisi di governo e per sapere se i cittadini dovranno tornare alle urne, bisognerà aspettare il prossimo Consiglio Comunale. «Sono disposto a risolvere questa crisi - afferma il primo cittadino -. È giusto che la città venga governata democraticamente. Vorrei sapere dai consiglieri della maggioranza che hanno votato contro - Giacomo Rosario De Michele, Arianna Camporeale, Raffaele Visaggio e Diego Giannaccaro - su quali punti del bilancio non convergono e quali sono le loro proposte. L'amministrazione comunale in questi anni ha goduto di una partecipazione seria e corretta dei suoi componenti. Infatti, ci siamo riuniti nel mese di novembre dello scorso anno e abbiamo concordato che a fine anno avremmo votato il bilancio come abbiamo fatto nel 2013 e nel 2014. Va precisato che durante l'incontro abbiamo discusso di politiche fiscali ed elaborato un documento contabile che è stato approvato da tutti i consiglieri della maggioranza in Consiglio Comunale il 26 novembre 2015. Quindi, approvando il documento, hanno approvato anche le politiche di bilancio sulla base delle quali l'ufficio ragioneria ha elaborato il bilancio stesso».
Insomma, il sindaco, sfiduciato da alcuni dei suoi che fino a qualche ora prima hanno votato e quindi approvato ogni decisione, non sa neanche quale sia il motivo di questa mossa politica e chiede se si voglia continuare col progetto intrapreso 3 anni fa oppure si voglia andare a nuove elezioni. «Il bilancio è stato approvato nella riunione di giunta il 7 dicembre dello scorso anno ed è stato depositato il 15 dicembre. Questo vuol dire che tutti consiglieri avevano a disposizione il materiale per esaminare il bilancio e in 15 giorni - la prima convocazione del Consiglio Comunale è stata il 30 dicembre 2015 - presentare delle istanze. Non solo nessuna richiesta è arrivata ma continuano ancora a non arrivare. Sono disposto a porre rimedio alle mie mancanze, ma non posso capire quali sono se nessuno si fa avanti. Ho aperto questa crisi in Consiglio Comunale perché è la simbolo della Democrazia e sarà proprio lo stesso Consiglio a scegliere se darmi fiducia, e allora ritirerò le dimissioni, oppure andare a nuove elezioni».
Insomma, il sindaco, sfiduciato da alcuni dei suoi che fino a qualche ora prima hanno votato e quindi approvato ogni decisione, non sa neanche quale sia il motivo di questa mossa politica e chiede se si voglia continuare col progetto intrapreso 3 anni fa oppure si voglia andare a nuove elezioni. «Il bilancio è stato approvato nella riunione di giunta il 7 dicembre dello scorso anno ed è stato depositato il 15 dicembre. Questo vuol dire che tutti consiglieri avevano a disposizione il materiale per esaminare il bilancio e in 15 giorni - la prima convocazione del Consiglio Comunale è stata il 30 dicembre 2015 - presentare delle istanze. Non solo nessuna richiesta è arrivata ma continuano ancora a non arrivare. Sono disposto a porre rimedio alle mie mancanze, ma non posso capire quali sono se nessuno si fa avanti. Ho aperto questa crisi in Consiglio Comunale perché è la simbolo della Democrazia e sarà proprio lo stesso Consiglio a scegliere se darmi fiducia, e allora ritirerò le dimissioni, oppure andare a nuove elezioni».