Agricoltura
Crisi olivicoltura, Fratelli d'Italia: "Colpa eccessiva e incontrollata importazione di olio dall’estero"
"Si ha forte necessità di politiche nazionali mirate alla formazione di interventi strutturali a favore dell'agricoltura"
San Ferdinando - sabato 23 novembre 2019
19.18
Olivicoltura, speculazione finanziaria e sleale concorrenza straniera. Tre fattori che stanno caratterizzando lo stato di agitazione dell'intero reparto olivicolo pugliese, già in ginocchio dopo la gelata di Marzo 2018, che miseri risarcimenti danni vide arrivare dal governo centrale alla nostra regione. Gli abbattimenti della produzione caratterizzarono allora circa il 56% del capitale olivicolo pugliese, sino ad arrivare nelle zone delle provincie di Bari e Bat con un calo addirittura pari al 70%, facendo registrare il minimo storico degli ultimi 30 anni.
Stavolta a preoccupare gli agricoltori pugliesi è il notevole ribassamento dei prezzi per ciò che attinge l'olio venduto agli ingrossi. In merito, è intervenuto il coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia, guidato da Salvatore Pistillo.
"Questa situazione –commentano dal partito cittadino di Giorgia Meloni- è dovuta per lo più all'eccessiva e incontrollata importazione di olio dall'estero, in particolare da Spagna e Tunisia. Abbiamo approfondito il caso e osservato che, nonostante il mercato italiano abbia visto negli ultimi 12 mesi un aumento dell'80% di produzione di olio rispetto al 2018, flagellato dalla gelata e dalla Xylella, i dati della produzione sono ancora notevolmente bassi rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
Secondo le ultime ricerche l'olio verrebbe venduto all'ingrosso mediamente a 3,95 €/kg.
Il prezzo di vendita delle olive ai frantoi sulla carta non può essere inferiore ai (60-70) €/q e di (80-90) €/q per olive Bio, e invece in fase di esercizio sarebbe pari a quasi la metà. Spesso, poi, ci si trova davanti a innumerevoli frodi alimentari, come quelle che caratterizzano olii venduti anche a 2,00 €/l. La situazione, così facendo, diventa davvero insostenibile.
Il tutto con una politica che sembra aver abbandonato in pieno la tutela degli olivicoltori pugliesi una politica ancora non in grado di limitare o regolare le importazioni, imporre dei prezzi minimi di "dignità" all'ingrosso, e soprattutto, a livello comunitario, standardizzare le condizioni al contorno che determinano il prezzo (costo personale, certificazioni, prodotti chimici ammissibili, ecc..).
La Puglia e i suoi bellissimi territori hanno costituito nel corso di questi anni un polo di eccellenza culturale e professionale, sotto un punto di vista enogastronomico, nell'intero panorama europeo. Si ha forte necessità di politiche nazionali mirate alla formazione di interventi strutturali a favore dell'agricoltura, se non si vuole veder sprofondare le nostre regioni sempre più in basso. Noi scenderemo a fianco dei nostri agricoltori se ci sarà da protestare e urlare a difesa del settore –conclude il segretario cittadino di Fratelli d'Italia- per non veder vanificare i risultati conseguiti da tante eccellenze del nostro territorio nel corso di questi anni".
Stavolta a preoccupare gli agricoltori pugliesi è il notevole ribassamento dei prezzi per ciò che attinge l'olio venduto agli ingrossi. In merito, è intervenuto il coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia, guidato da Salvatore Pistillo.
"Questa situazione –commentano dal partito cittadino di Giorgia Meloni- è dovuta per lo più all'eccessiva e incontrollata importazione di olio dall'estero, in particolare da Spagna e Tunisia. Abbiamo approfondito il caso e osservato che, nonostante il mercato italiano abbia visto negli ultimi 12 mesi un aumento dell'80% di produzione di olio rispetto al 2018, flagellato dalla gelata e dalla Xylella, i dati della produzione sono ancora notevolmente bassi rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
Secondo le ultime ricerche l'olio verrebbe venduto all'ingrosso mediamente a 3,95 €/kg.
Il prezzo di vendita delle olive ai frantoi sulla carta non può essere inferiore ai (60-70) €/q e di (80-90) €/q per olive Bio, e invece in fase di esercizio sarebbe pari a quasi la metà. Spesso, poi, ci si trova davanti a innumerevoli frodi alimentari, come quelle che caratterizzano olii venduti anche a 2,00 €/l. La situazione, così facendo, diventa davvero insostenibile.
Il tutto con una politica che sembra aver abbandonato in pieno la tutela degli olivicoltori pugliesi una politica ancora non in grado di limitare o regolare le importazioni, imporre dei prezzi minimi di "dignità" all'ingrosso, e soprattutto, a livello comunitario, standardizzare le condizioni al contorno che determinano il prezzo (costo personale, certificazioni, prodotti chimici ammissibili, ecc..).
La Puglia e i suoi bellissimi territori hanno costituito nel corso di questi anni un polo di eccellenza culturale e professionale, sotto un punto di vista enogastronomico, nell'intero panorama europeo. Si ha forte necessità di politiche nazionali mirate alla formazione di interventi strutturali a favore dell'agricoltura, se non si vuole veder sprofondare le nostre regioni sempre più in basso. Noi scenderemo a fianco dei nostri agricoltori se ci sarà da protestare e urlare a difesa del settore –conclude il segretario cittadino di Fratelli d'Italia- per non veder vanificare i risultati conseguiti da tante eccellenze del nostro territorio nel corso di questi anni".