Elezioni Regionali San Ferdinando Definitivo
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Politica

Election day, «leggiamo» i risultati

Pd primo partito a San Ferdinando, Fratelli d'Italia secondo.

A parte la Toscana e l'Umbria, dove il Partito democratico raggiunge rispettivamente il 45% e il 35% (ma anche qui ha perso voti rispetto alle europee), quello di San Ferdinando è più un caso unico che raro. I sanferdinandesi hanno premiato non tanto l'ormai nuovo presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, quanto il Pd, per l'appunto. A San Ferdinando, infatti, il Pd supera il 31% dei voti. La lista "Emiliano sindaco di Puglia", che invece nella Bat è stata trainante per il successo di Emiliano (ad Andria ha più che doppiato il Pd) e nella Puglia ha sfiorato il 10%, a San Ferdinando è rimasta ferma al 6%.
Più unica che rara è anche la mediocre performance del Movimento cinque stelle nei tre Comuni del basso Tavoliere (a Trinitapoli e Margherita sotto al 10%). E questo nonostante il dato raggiunto dal movimento di Grillo nella Bat sia il più alto della Regione, avendo superato di poco il 20%. Si ha come l'impressione che il voto di Grillo venga da delusi del Pd da queste parti. Oppure dimostra, nonostante il buon risultato ottenuto in questa tornata elettorale, quanto abbia difficoltà nel radicarsi nel locale. Ma del resto, forse, del pd cittadino non ci si può lamentare troppo. Quanto ai voti per Grillo dai delusi di destra, invece, al nord pare stiano dirottando verso la Lega di Salvini, unico vero vincitore di queste elezioni. Al sud potrebbero dirottare verso Fratelli d'Italia. O almeno è quanto successo a San Ferdinando, dove il partito della Meloni si è attestato al 10,7%, con Gaetano Di Terlizzi che da solo ha ottenuto 470 preferenze, secondo solo al barlettano Filippo Caracciolo (Pd). Il quale, secondo le previsioni, dovrebbe essersi assicurato il seggio in Regione insieme agli altri della Bat, Sabino Zinni (lista Emiliano sindaco di Puglia), Grazia Di Bari (Movimento cinque stelle) e Nino Marmo, per Forza Italia.
Stabilire, invece, quanti delusi di destra e di sinistra abbiano dirottato la propria scelta verso il non voto, diventa davvero difficile. Ma con l'astensionismo superiore al 50%, il dato potrebbe essere davvero preoccupante. Se non altro perché quel 31% del Pd cittadino, sul 48,28% degli aventi diritto al voto, rappresenta circa il 15% dei cittadini. E quello della rappresentatività è un tema che proprio il premier Matteo Renzi (segretario nazionale del Pd), con l'Italicum votato a colpi di fiducia, pare abbia messo un tantino da parte.
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