Strada aperta. <span>Foto Giuseppe Capacchione</span>
Strada aperta. Foto Giuseppe Capacchione
Cronaca

Il discorso del Parroco e la polemica con il Sindaco: "La strada si apre"

Don Mimmo: "No a spreco denaro pubblico", Puttilli: "Necessario per sicurezza ed economia"

Una polemica istituzionale: da un lato il parroco della chiesa madre don Mimmo Marrone, dall'altro il sindaco Salvatore Puttilli. Sembra quasi una sceneggiatura di Giovannino Guareschi, ma è tutto vero. Siamo a San Ferdinando di Puglia, la miccia è stata innescata dal discorso tenuto la scorsa domenica dal sacerdote in occasione della festa patronale di San Ferdinando Re. "Non è la prima volta che cerco di tenere viva la coscienza critica per il bene della città. Nel discorso ho sottolineato diverse situazioni della vita cittadina da attenzionare", ha specificato il parroco. Ma l'attenzione è andata tutta su un solo punto riguardante la riapertura al traffico del tratto di strada alle spalle della torre dell'orologio di piazza della Costituzione. Un provvedimento "votato dal Consiglio comunale - ha spiegato il primo cittadino – necessario per far defluire l'acqua piovana che si ricongiunge in quel tratto come se fosse un imbuto". Don Mimmo non ci sta e ha sottolineato che le "opere di messa in sicurezza sono necessarie e vanno attuate, ma non vedo il motivo per riaprire alla circolazione dei mezzi una strada resa pedonale non più di quattro anni fa – con la precedente amministrazione guidata dal sindaco Michele Lamacchia -". Non solo parole, don Mimmo ha anche lanciato una petizione online per fermare la riapertura della strada che è un'operazione da lui ritenuta come "uno spreco di denaro pubblico". Una questione economica ma soprattutto morale: "Io mi batto per il bene della citta, non ho mai avuto fini personali – ha continuato -. Vorrei solo che non passi il messaggio sbagliato secondo il quale ogni amministrazione si senta autorizzata ad abbattere quello che ha fatto l'amministrazione precedente. Questo non è un modo responsabile di governare".

Il sindaco ha chiarito che esprimere idee è un diritto di tutti, ma va usato il buonsenso. "Ognuno svolge i propri ruoli – ha continuato Puttilli -. Queste cose non possono essere fatte in certe occasioni. Alla festa patronale io ero invitato e quindi non avevo modo di difendermi. Adesso però voglio fermare ogni polemica. Il parroco è una persona che stimo e a cui sono legato perché è il mio padrino di cresima. Per quanto riguarda quel tratto di strada, la sua riapertura era contemplata nel programma elettorale con il quale mi sono presentato alla città e la gente mi ha votato alle scorse comunali. I motivi sono diversi, oltre alla questione idrica, c'è anche un'emergenza lavorativa data dalla chiusura di diverse attività lungo quel tratto di strada perché non era più percorsa frequentemente dai passanti. Io come sindaco devo pensare a questo aspetto e devo trovare una soluzione. Voglio chiarire che si tratterà di una strada a mobilità lente e l'estate verrà chiusa dalle 19 in poi – come accade per via Papa Giovanni XXIII di fronte alla chiesa madre – per permettere il passaggio".

Don Mimmo nei suoi discorsi affronta problematiche di natura sociale di un territorio sempre più stretto dalla morsa dei clan che si contendono il monopolio dei traffici illeciti, tanto da finire sotto lo stretto controllo della Direzione distrettuale antimafia di Bari. Nel 2016 aveva fatto scalpore il discorso sul "Mafiofondismo", cioè la mafia che controlla i latifondi determinando le sorti dell'agricoltura in città. Negli ultimi anni diversi sono stati i tendoni di uva tagliati e fatti cadere e i contadini minacciati. Oltre a una escalation di omicidi di stampo mafioso: il 21 luglio del 2018 fu freddato in auto in strada a San Ferdinando di Puglia, Giuseppe Visaggio di 53 anni, imprenditore agricolo proprietario di uno dei più grossi magazzini ortofrutticoli della zona. Fratello di Biagio ucciso nel 2008 alle spalle di piazza della Costituzione, entrambi coinvolti nell'operazione "Cynara" che smantellò un'organizzazione dedita alla truffa dei fondi della legge 488. Poi gli omicidi di eccellenza a inizio 2019: il 20 gennaio toccò al boss Pietro De Rosa di 40 anni, a capo del clan De Rosa – Miccoli, freddato da una pioggia di proiettili di fucile calibro 12 sotto casa alla periferia di Trinitapoli; il 14 aprile fu il turno del suo rivale Cosimo Damiano Carbone di 63 anni, boss del clan Carbone - Gallone, anche lui freddato mentre era sotto casa in auto a pochi passi di distanza dall'abitazione del primo, alla periferia della stessa città. L'ultimo in ordine di tempo è stato Michele Visaggio di 63 anni di San Ferdinando di Puglia, boss del clan Visaggio- Valerio, ma a lui è andata meglio: è rimasto solo ferito a testa e torace dai proiettili di un agguato nei suoi confronti mentre era in auto per strada al confine fra Trinitapoli e Cerignola. È emerso che sarebbe dovuto morire già in un altro agguato a marzo scorso ma anche in quel caso la sua buona stella brillò e l'agguato non fu più realizzato perché chi avrebbe dovuto premere il grilletto aveva timore di tardare all'obbligo di firma a cui era sottoposto.
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