Territorio
Il nuovo questore della Bat Alfredo Fabbrocini si presenta
Questa mattina in questura ad Andria l’incontro con i giornalisti del territorio
San Ferdinando - mercoledì 21 febbraio 2024
12.55
Da poliziotto sul campo come investigatore al ruolo apicale di questore. Un percorso di spessore per Alfredo Fabbrocini, 51 anni, campano, già capo della Squadra Mobile di Napoli e prima ancora di quella di Foggia, in territori complessi, che torna nella Bat - dopo averci materialmente operato durante il suo incarico a Foggia - nel nuovo e arduo ruolo di questore della provincia Barletta-Andria-Trani.
Fabbrocini è il secondo questore della Bat, succedendo al predecessore Roberto Pellicone, trasferito a Siracusa. Il nuovo questore si è insediato oggi, e nell'occasione ha incontrato i giornalisti del territorio nella sede della questura ad Andria.
Un'occasione per tracciare una prima rotta di quelle che saranno le priorità sul territorio, in una zona che Fabbrocini già conosce bene, in piazze come Andria, Barletta, Trani, San Ferdinando e Trinitapoli, battute dal 2010 per fronteggiare i sodalizi malavitosi locali come responsabile della Squadra Mobile di Foggia.
Tra i suoi pregressi risultati conseguiti a Napoli, nel curriculum di Fabbrocini sono presenti operazioni di grande rilievo, tra cui l'arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, conosciuto come il "boss dei Van Gogh", del killer di Francesco Pio Maimone, l'aspirante pizzaiolo assassinato "per sbaglio" sul lungomare partenopeo, nonché del responsabile dell'omicidio del giovane musicista Giovanni Battista Cutolo, assassinato nella centralissima piazza Municipio solo per uno scooter parcheggiato male, in un caso che destò un grande clamore mediatico e recentemente ricordato durante l'ultimo Festival di Sanremo.
Dopo anni di azione sul campo, per Fabbrocini inizia un nuovo tipo di responsabilità. Frustrazione? «No, anzi, è il completamento di un percorso». L'arrivo, anzi, il ritorno della Bat è un passaggio importante, come importante è il territorio in cui si andrà ad operare. «È una provincia ricca, dove la malavita ha interesse a investire».
Durante il colloquio con i cronisti il questore ha sottolineato un aspetto essenziale che vorrà far prevalere nel suo operato: «Il mio primo compito sarà quello di coinvolgere la cittadinanza. La lotta alla criminalità passa da tutti […] Credo in una Polizia che non deve essere unicamente al servizio del cittadino, ma che faccia in modo che sia la cittadinanza ad avvicinarsi a noi». Un legame che passa anche attraverso il lavoro quotidiano dei cronisti – ha rimarcato Fabbrocini – e ovviamente operando attraverso le agenzie educative del territorio per mettere in cambio un cambiamento culturale e sistemico.
Una riflessione importante infatti è stata dedicata ai giovani, soprattutto a quelli "malati di malavita". «Bisogna cercare di accorciare la distanza con i giovani, e agire per tempo: non si diventa camorristi a 40 anni».
Tra i fenomeni principalmente attenzionati, sono stati citati il racket e lo spaccio di droga. «Il racket è uno dei peggiori dei reati» ha riferito, proprio a breve distanza dalla nascita dell'Associazione Antiracket Fai di Andria, che sarà presentata ufficialmente questo venerdì. Per il contrasto alle attività di spaccio, per Fabbrocini «bisogna procedere secondo due direttrici fondamentali: da un lato, l'attività tipica della Polizia di Stato, preventiva e soprattutto repressiva, cercando di arginare le piazze di spaccio, e dall'altro una molto più difficile, perché comporta il coinvolgimento di molte più persone, perché è una questione culturale. Cercare di far capire l'importanza di non avvicinarsi a quel tipo di situazione, perché finché ci sarà una domanda così importante, cercare di arginare l'offerta diventa complicato».
Infine, sull'atavica questione della carenza di organico, ha aggiunto: «È una provincia che va rafforzata. Ho già raccolto la disponibilità del servizio centrale operativo per il supporto alle squadre mobili. C'è comunque la volontà di coprire i posti tuttora scoperti. Nel frattempo faremo del nostro meglio con le forze che abbiamo in campo».
Fabbrocini è il secondo questore della Bat, succedendo al predecessore Roberto Pellicone, trasferito a Siracusa. Il nuovo questore si è insediato oggi, e nell'occasione ha incontrato i giornalisti del territorio nella sede della questura ad Andria.
Un'occasione per tracciare una prima rotta di quelle che saranno le priorità sul territorio, in una zona che Fabbrocini già conosce bene, in piazze come Andria, Barletta, Trani, San Ferdinando e Trinitapoli, battute dal 2010 per fronteggiare i sodalizi malavitosi locali come responsabile della Squadra Mobile di Foggia.
Tra i suoi pregressi risultati conseguiti a Napoli, nel curriculum di Fabbrocini sono presenti operazioni di grande rilievo, tra cui l'arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, conosciuto come il "boss dei Van Gogh", del killer di Francesco Pio Maimone, l'aspirante pizzaiolo assassinato "per sbaglio" sul lungomare partenopeo, nonché del responsabile dell'omicidio del giovane musicista Giovanni Battista Cutolo, assassinato nella centralissima piazza Municipio solo per uno scooter parcheggiato male, in un caso che destò un grande clamore mediatico e recentemente ricordato durante l'ultimo Festival di Sanremo.
Dopo anni di azione sul campo, per Fabbrocini inizia un nuovo tipo di responsabilità. Frustrazione? «No, anzi, è il completamento di un percorso». L'arrivo, anzi, il ritorno della Bat è un passaggio importante, come importante è il territorio in cui si andrà ad operare. «È una provincia ricca, dove la malavita ha interesse a investire».
Durante il colloquio con i cronisti il questore ha sottolineato un aspetto essenziale che vorrà far prevalere nel suo operato: «Il mio primo compito sarà quello di coinvolgere la cittadinanza. La lotta alla criminalità passa da tutti […] Credo in una Polizia che non deve essere unicamente al servizio del cittadino, ma che faccia in modo che sia la cittadinanza ad avvicinarsi a noi». Un legame che passa anche attraverso il lavoro quotidiano dei cronisti – ha rimarcato Fabbrocini – e ovviamente operando attraverso le agenzie educative del territorio per mettere in cambio un cambiamento culturale e sistemico.
Una riflessione importante infatti è stata dedicata ai giovani, soprattutto a quelli "malati di malavita". «Bisogna cercare di accorciare la distanza con i giovani, e agire per tempo: non si diventa camorristi a 40 anni».
Tra i fenomeni principalmente attenzionati, sono stati citati il racket e lo spaccio di droga. «Il racket è uno dei peggiori dei reati» ha riferito, proprio a breve distanza dalla nascita dell'Associazione Antiracket Fai di Andria, che sarà presentata ufficialmente questo venerdì. Per il contrasto alle attività di spaccio, per Fabbrocini «bisogna procedere secondo due direttrici fondamentali: da un lato, l'attività tipica della Polizia di Stato, preventiva e soprattutto repressiva, cercando di arginare le piazze di spaccio, e dall'altro una molto più difficile, perché comporta il coinvolgimento di molte più persone, perché è una questione culturale. Cercare di far capire l'importanza di non avvicinarsi a quel tipo di situazione, perché finché ci sarà una domanda così importante, cercare di arginare l'offerta diventa complicato».
Infine, sull'atavica questione della carenza di organico, ha aggiunto: «È una provincia che va rafforzata. Ho già raccolto la disponibilità del servizio centrale operativo per il supporto alle squadre mobili. C'è comunque la volontà di coprire i posti tuttora scoperti. Nel frattempo faremo del nostro meglio con le forze che abbiamo in campo».