Religioni
Il pranzo della solidarietà a San Ferdinando di Puglia
Il gruppo Caritas e le Confraternite insieme per i più bisognosi
San Ferdinando - giovedì 11 gennaio 2024
13.01
"Il sedersi insieme a tavola crea legami forti" afferma questo il diacono Russo a riguardo dell'iniziativa che si è svolta domenica 7 gennaio. Si è trattato del "pranzo della solidarietà", organizzato dal gruppo Caritas e dalle Confraternite. Un pranzo he ha visto accogliere circa 200 persone tra volontari, UNITALSI e famiglie seguite dalla Caritas cittadina .
Abbiamo posto alcune domande circa il pranzo a Savino Russo - diacono permanente al quale è affidato il compito del coordinamento della Caritas cittadina di San Ferdinando.
In che modo è organizzata la Caritas e di cosa si occupa?
"In ogni Parrocchia vi è la Caritas "parrocchiale", le tre Parrocchie della nostra Città hanno da sempre deciso di condividere, in una struttura unica, l'attenzione della Chiesa alle persone e famiglie che restano indietro perché si sentano accolte e accompagnate in un cammino comune che (si spera) possa aiutarli a lasciarsi alle spalle le condizioni di difficoltà che si trovano a vivere".
Chi ha partecipato all'organizzazione del pranzo?
"Il pranzo che si è tenuto domenica 7 è stato fortemente voluto dalle Confraternite presenti nella nostra Città che ne hanno sostenuto il costo. La sollecitazione del Priore di una Confraternita – Carlo Piazzolla - è divenuta disponibilità di tutte le altre". Unitamente ad Antonio Vania e ad altri membri della Confraternita l' iniziativa è stata subito accolta dalla Caritas: - "La Caritas ha coinvolto anche l'UNITALSI ed è stata la collaborazione di tutti a mettere in piedi l'iniziativa".
A chi era destinato e che tipo di successo ha riscosso?
"Sono stati invitati al pranzo tutte le persone e le famiglie seguite dalla Caritas cittadina unitamente agli operatori Caritas e le loro famiglie; sono stati invitati anche gli ammalati dell'UNITALSI con gli operatori e le loro famiglie; erano presenti molti Confratelli con le loro famiglie, i parroci della Città, il nostro Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo e il Vicario don Sergio Pellegrino. Abbiamo infine avuto il piacere di ospitare anche le due giovanissime donne ospitate presso il S.A.I. di S. Ferdinando. Il numero delle adesioni che abbiamo avuto ha superato ogni nostra più rosea aspettativa – riferisce con gioia il diacono - aspettavamo poco meno di 200 commensali ma, purtroppo, l'influenza stagionale ha costretto a casa una quindicina di persone per cui qualche sedia è rimasta vuota: peccato. Queste iniziative hanno, però, anche altri destinatari. A cominciare dalle comunità parrocchiali, le aziende presenti sul territorio cittadino, le associazioni per arrivare ad ogni cittadino perché ognuno si senta responsabile, in prima persona, del destino di ogni persona che vive nel nostro paese, che vi risieda o che si trovi di passaggio. Nel corso dell'organizzazione del pranzo abbiamo sperimentato quanto è grande la Provvidenza di Dio, in persone e aziende che ci hanno donato il loro sostegno e i loro prodotti. Li ringraziamo tutti".
Il pranzo viene organizzato ogni anno?
"In passato abbiamo organizzato più volte dei pranzi condivisi ma la pandemia ci ha impedito di farlo negli ultimi anni. Nel corso dei saluti, al termine del pranzo, ci siamo lasciati tutti salutandoci in modo gioioso e promettendoci di organizzare ancora altri momenti come questo".
Qual è il fine del pranzo di solidarietà?
"Quando vogliamo segnare la distanza con una persona gli spiattelliamo in faccia: "Ma abbiamo mai mangiato insieme?". Il sedersi "insieme" a tavola crea legami forti che si allungano oltre la durata del pranzo. Il fine è quello di far nascere, e consolidare, legami di comunione che sono molto di più della semplice solidarietà. Pranzare insieme vuol dire che siamo fratelli e non vogliamo che nessuno resti indietro. Perché è solo così che nel nostro quotidiano possiamo fare esperienza di Infinito. Ringrazio quanti hanno collaborato e sostenuto questa iniziativa" – conclude così Savino Russo, gioioso per questa iniziativa.
Abbiamo posto alcune domande circa il pranzo a Savino Russo - diacono permanente al quale è affidato il compito del coordinamento della Caritas cittadina di San Ferdinando.
In che modo è organizzata la Caritas e di cosa si occupa?
"In ogni Parrocchia vi è la Caritas "parrocchiale", le tre Parrocchie della nostra Città hanno da sempre deciso di condividere, in una struttura unica, l'attenzione della Chiesa alle persone e famiglie che restano indietro perché si sentano accolte e accompagnate in un cammino comune che (si spera) possa aiutarli a lasciarsi alle spalle le condizioni di difficoltà che si trovano a vivere".
Chi ha partecipato all'organizzazione del pranzo?
"Il pranzo che si è tenuto domenica 7 è stato fortemente voluto dalle Confraternite presenti nella nostra Città che ne hanno sostenuto il costo. La sollecitazione del Priore di una Confraternita – Carlo Piazzolla - è divenuta disponibilità di tutte le altre". Unitamente ad Antonio Vania e ad altri membri della Confraternita l' iniziativa è stata subito accolta dalla Caritas: - "La Caritas ha coinvolto anche l'UNITALSI ed è stata la collaborazione di tutti a mettere in piedi l'iniziativa".
A chi era destinato e che tipo di successo ha riscosso?
"Sono stati invitati al pranzo tutte le persone e le famiglie seguite dalla Caritas cittadina unitamente agli operatori Caritas e le loro famiglie; sono stati invitati anche gli ammalati dell'UNITALSI con gli operatori e le loro famiglie; erano presenti molti Confratelli con le loro famiglie, i parroci della Città, il nostro Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo e il Vicario don Sergio Pellegrino. Abbiamo infine avuto il piacere di ospitare anche le due giovanissime donne ospitate presso il S.A.I. di S. Ferdinando. Il numero delle adesioni che abbiamo avuto ha superato ogni nostra più rosea aspettativa – riferisce con gioia il diacono - aspettavamo poco meno di 200 commensali ma, purtroppo, l'influenza stagionale ha costretto a casa una quindicina di persone per cui qualche sedia è rimasta vuota: peccato. Queste iniziative hanno, però, anche altri destinatari. A cominciare dalle comunità parrocchiali, le aziende presenti sul territorio cittadino, le associazioni per arrivare ad ogni cittadino perché ognuno si senta responsabile, in prima persona, del destino di ogni persona che vive nel nostro paese, che vi risieda o che si trovi di passaggio. Nel corso dell'organizzazione del pranzo abbiamo sperimentato quanto è grande la Provvidenza di Dio, in persone e aziende che ci hanno donato il loro sostegno e i loro prodotti. Li ringraziamo tutti".
Il pranzo viene organizzato ogni anno?
"In passato abbiamo organizzato più volte dei pranzi condivisi ma la pandemia ci ha impedito di farlo negli ultimi anni. Nel corso dei saluti, al termine del pranzo, ci siamo lasciati tutti salutandoci in modo gioioso e promettendoci di organizzare ancora altri momenti come questo".
Qual è il fine del pranzo di solidarietà?
"Quando vogliamo segnare la distanza con una persona gli spiattelliamo in faccia: "Ma abbiamo mai mangiato insieme?". Il sedersi "insieme" a tavola crea legami forti che si allungano oltre la durata del pranzo. Il fine è quello di far nascere, e consolidare, legami di comunione che sono molto di più della semplice solidarietà. Pranzare insieme vuol dire che siamo fratelli e non vogliamo che nessuno resti indietro. Perché è solo così che nel nostro quotidiano possiamo fare esperienza di Infinito. Ringrazio quanti hanno collaborato e sostenuto questa iniziativa" – conclude così Savino Russo, gioioso per questa iniziativa.