La tradizione della Pietà a San Ferdinando
La tradizione della Pietà a San Ferdinando
Religioni

La tradizione della Pietà a San Ferdinando: le parole del Priore del Carmine

Intervista a Carlo Piazzolla, priore della Confraternita del Carmine, in occasione della processione dei Misteri

In occasione della Settimana Santa, il Priore Carlo Piazzolla della Confraternita del Carmine ci racconta il significato della tradizione della Madonna della Pietà. Un rito che, anno dopo anno, continua a unire la comunità di San Ferdinando, portando con sé un messaggio di fede, dolore e devozione.

La statua della Pietà è una delle immagini più forti della passione. Cosa rappresenta per la Confraternita del Carmine e per la comunità portare questa statua durante la processione?

"Portare in processione la Madonna della Pietà è una tradizione che ci è stata trasmessa dai nostri antenati, ed è sempre molto emozionante. Vedere questa madre che porta suo figlio, che si è sacrificato per noi e per i nostri peccati, è un momento di grande spiritualità. Il paese è molto legato a questa tradizione e a questa immagine, che continua a essere simbolo di fede per la nostra comunità."

Come vi preparate voi confratelli e consorelle?

"Noi confratelli e consorelle ci prepariamo con molta devozione, come sempre. Un tempo, la processione era molto lunga e impegnativa, ma ora, pur essendo stata ridotta, il nostro impegno rimane invariato. La notte prima della processione non si riposa molto, perché la Madonna esce alle sei di mattina. Anche se la processione ora dura meno tempo, il nostro spirito di devozione e la preparazione rimangono gli stessi, perché per noi ogni momento di questa tradizione è carico di significato e impegno".

La devozione popolare legata alla Pietà ha attraversato generazioni. Qual è secondo lei il segreto della sua resistenza nel tempo? E come vi state relazionando ai giovani?

"La devozione verso l'immagine della Pietà è molto forte a San Ferdinando. Un tempo, i contadini, prima di andare in campagna, passavano a salutare la Madonna, che usciva da sola in piena notte. Io in primis noto un cambiamento: se penso a quando ero giovane non posso fare a meno di notare come il rapporto con la fede sia cambiato da parte dei giovani. Oggi, i ragazzi sono più distaccati e non partecipano con la stessa intensità. Questo può essere legato anche ai cambiamenti demografici e alle diverse priorità che i giovani hanno oggi. Tuttavia, noto che il legame con la Pietà resta comunque forte".

Questo è un evento storico per la nostra comunità. Nel corso degli anni, la processione è cambiata drasticamente. C'è qualcosa che secondo lei andrebbe riscoperto o valorizzato?

"A livello organizzativo, preferiremmo che la Madonna della Pietà uscisse da sola, come un tempo, anziché far uscire tutte le statue insieme. Capisco che possa sembrare un discorso egoistico, ma durante la processione la nostra confraternita ha un passo più lento rispetto alle altre, e questo dà meno importanza alla spiritualità nel momento in cui portiamo la nostra statua.
Dal punto di vista spirituale, stiamo facendo dei passi importanti. Ad esempio, la recita dei vespri, che prima non facevamo, è diventata una pratica fondamentale della nostra tradizione. Ora, non solo portiamo l'immagine della Madonna della Pietà, ma partecipiamo attivamente alla messa e alla preghiera. I ragazzi che sono cresciuti nella confraternita hanno ben chiaro il valore delle statue e della tradizione che portiamo avanti con devozione".

Qual è il suo augurio per la comunità di San Ferdinando in occasione della Pasqua?

"Il mio augurio per questa Pasqua è che si possa superare la gelosia che spesso c'è tra noi. Dobbiamo imparare a volerci bene, accettando i pregi e i difetti degli altri, rispettandoci e vivendo in armonia come comunità".
  • settimana santa
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