Attualità
Medici nei pronto soccorso, Bisceglie unico ospedale pugliese senza carenze
Coperta la metà dei posti previsti dal fabbisogno al "Bonomo" di Andria, solo il 48% al "Dimiccoli" di Barletta
San Ferdinando - sabato 11 giugno 2022
Il piano del fabbisogno complessivo di medici per il triennio 2020-2022 nei pronto soccorso delle strutture sanitarie pugliesi non è rispettato, secondo le stime fornite dall'organizzazione sindacale Cimo: le posizioni coperte sono soltanto 135 su 225 ma per raggiungere la soglia stabilita servirebbero almeno altri 90 professionisti, pari al 40% del totale. Cifre che peraltro, secondo il sindacato, sarebbero sottostimate in quanto non terrebbero conto dei pronto soccorso di Capitanata e delle strutture spoke (ovvero i presidi territoriali di assistenza).
«Tre dei medici in servizio andranno in pensione o si dimetteranno entro questo mese di giugno mentre 17 hanno contratti a tempo determinato che – questa è l'ultima novità che arriva dalla Giunta regionale – non saranno rinnovati» hanno evidenziato dal Cimo.
Le situazioni più gravi emerse dall'analisi si registrano in due dei tre ospedali della Bat, al "Dimiccoli" di Barletta con 13 medici in meno rispetto ai 25 necessari ed al "Bonomo" di Andria, con 8 medici in meno rispetto ai 16 indicati nella tabella di fabbisogno. La carenza al "Perrino" di Brindisi è invece di 12 unità.
L'unico pronto soccorso in Puglia a rispettare il fabbisogno è al momento quello dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie, dove risultano in servizio tutti i 12 medici ritenuti necessari, sebbene tre di questi siano assunti a tempo determinato e destinati quindi a rimanere a casa alla scadenza del contratto. Alcuni dei medici in servizio sono specializzandi o hanno studiato specialità diverse dalla medicina d'ùemergenza-urgenza, eppure sono l'unica àncora di salvezza cui aggrapparsi per superare una situazione drammatica.
«Il blocco delle assunzioni, stabilito dall'assessore regionale ignorando ancora una volta qualsiasi tipo di confronto con le sigle sindacali, è l'ultimo affronto a medici e professionisti sanitari» ha commentato Arturo Oliva, segretario Cimo Puglia. «La carenza di personale è grave in tutti i reparti ospedalieri, ma non si può continuare ad ignorare quello che sta accadendo nei Pronto soccorso: i colleghi sono costretti a turni massacranti che mettono a rischio la sicurezza delle cure. E se le ferie estive, cui il personale sanitario stremato da due anni e mezzo di emergenza sanitaria ha pieno diritto, non potranno che peggiorare la situazione, gli accessi in Pronto soccorso continueranno ad aumentare, considerato l'arrivo di migliaia di turisti. E non è immaginabile chiedere ancora una volta un sacrificio ai medici. Siamo stanchi, e rimaniamo basiti davanti a queste decisioni, che ci costringono a proclamare lo stato d'agitazione. È questo il modo con cui la Regione intende frenare l'inarrestabile fuga dal servizio sanitario e, in particolare, dai pronto soccorso? Cimo non farà alcuna concessione: pretendiamo il rispetto dei diritti dei medici».
«Tre dei medici in servizio andranno in pensione o si dimetteranno entro questo mese di giugno mentre 17 hanno contratti a tempo determinato che – questa è l'ultima novità che arriva dalla Giunta regionale – non saranno rinnovati» hanno evidenziato dal Cimo.
Le situazioni più gravi emerse dall'analisi si registrano in due dei tre ospedali della Bat, al "Dimiccoli" di Barletta con 13 medici in meno rispetto ai 25 necessari ed al "Bonomo" di Andria, con 8 medici in meno rispetto ai 16 indicati nella tabella di fabbisogno. La carenza al "Perrino" di Brindisi è invece di 12 unità.
L'unico pronto soccorso in Puglia a rispettare il fabbisogno è al momento quello dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie, dove risultano in servizio tutti i 12 medici ritenuti necessari, sebbene tre di questi siano assunti a tempo determinato e destinati quindi a rimanere a casa alla scadenza del contratto. Alcuni dei medici in servizio sono specializzandi o hanno studiato specialità diverse dalla medicina d'ùemergenza-urgenza, eppure sono l'unica àncora di salvezza cui aggrapparsi per superare una situazione drammatica.
«Il blocco delle assunzioni, stabilito dall'assessore regionale ignorando ancora una volta qualsiasi tipo di confronto con le sigle sindacali, è l'ultimo affronto a medici e professionisti sanitari» ha commentato Arturo Oliva, segretario Cimo Puglia. «La carenza di personale è grave in tutti i reparti ospedalieri, ma non si può continuare ad ignorare quello che sta accadendo nei Pronto soccorso: i colleghi sono costretti a turni massacranti che mettono a rischio la sicurezza delle cure. E se le ferie estive, cui il personale sanitario stremato da due anni e mezzo di emergenza sanitaria ha pieno diritto, non potranno che peggiorare la situazione, gli accessi in Pronto soccorso continueranno ad aumentare, considerato l'arrivo di migliaia di turisti. E non è immaginabile chiedere ancora una volta un sacrificio ai medici. Siamo stanchi, e rimaniamo basiti davanti a queste decisioni, che ci costringono a proclamare lo stato d'agitazione. È questo il modo con cui la Regione intende frenare l'inarrestabile fuga dal servizio sanitario e, in particolare, dai pronto soccorso? Cimo non farà alcuna concessione: pretendiamo il rispetto dei diritti dei medici».