Territorio
Meningite, in Puglia vaccini gratuiti o no? Caos Asl
E una mamma segnala: «Mi hanno chiesto di pagare due bollettini da 75 euro l'uno»
San Ferdinando - mercoledì 22 febbraio 2017
12.17
Quando aspettano un figlio, le mamme ripetono come un mantra: "Fa che sia sano, fa che sia sano". Nessuna mamma considererebbe la salute del proprio figlio come qualcosa di scontato. Ci sono molto etichette che vengono affibbiate alle mamme, una tra le più diffuse, e le più vere, è quella di "mamma coraggio". Come vere e proprie leonesse, farebbero di tutto per difendere i propri cuccioli, ruggendo minacciose contro istituzioni incompententi ed ingiustizie.
La protagonista di oggi è proprio una mamma che, stanca, denuncia un sistema che, ancora una volta, presenta delle falle: la Asl Bat. Spazio, però ai dettagli. In Puglia non c'è alcuna epidemia di meningite da meningococco. I casi sono pochissimi, nella norma, e non c'è nessun motivo di preoccupazione. Tuttavia queste vaccinazioni (contro il meningococco B) sono opportune e già consentite ai bambini nel primo anno di vita. In base all'articolo 52 della legge regionale 40 del 20 dicembre 2016, inoltre, il vaccino è diventato gratuito per tutti coloro che sono nati dal 2003 al 2013. A confermarlo sono stati il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il direttore del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti, durante una conferenza stampa del 23 gennaio.
Una storia, però, che ha dell'assurdo. La mamma protagonista di questa storia, dopo aver deciso di vaccinare il proprio figlio, ha bussato agli uffici Asl, consapevole di ricevere un servizio gratuito. Ma qualcosa è andato storto. «Mi è stato chiesto - racconta - di dover pagare due bollettini da 75 euro l'uno. Insomma, un servizio tutt'altro che gratuito. Conosco bene la legge e non ho esitato a chiedere qualche informazione in più. La Asl mi ha risposto di non aver ricevuto nessuna circolare in merito e che, come tutti gli altri, avrei dovuto pagare. Come se non bastasse, non avrei diritto a nessun rimborso qualora iniziassero ad applicare la legge. Ho pensato di aspettare e far vaccinare mio figlio tra qualche mese, quando la situazione, magari, sarà diventata più chiara e coerente. Niente da fare, il primo appuntamento libero sarebbe per il 1 gennaio 2018. Assurdo. A Bari il servizio è effettivamente gratuito, ma qui noi. Come mai queste differenze? Sulla base di cosa? E soprattutto, è possibile che ci sia un tempo di attesa così lungo?».
«Stando alle parole del presidente Emiliano - conclude la mamma - la Puglia è sempre stata notoriamente una regione all'avanguardia in termini di offerta vaccinale. A quanto pare, invece, non è così. Il mio racconto è la prova dell'ennesimo disservizio e di una politica che, anziché tutelare i propri cittadini, mostra loro le spalle, nascondendo la faccia dietro false promesse».
La protagonista di oggi è proprio una mamma che, stanca, denuncia un sistema che, ancora una volta, presenta delle falle: la Asl Bat. Spazio, però ai dettagli. In Puglia non c'è alcuna epidemia di meningite da meningococco. I casi sono pochissimi, nella norma, e non c'è nessun motivo di preoccupazione. Tuttavia queste vaccinazioni (contro il meningococco B) sono opportune e già consentite ai bambini nel primo anno di vita. In base all'articolo 52 della legge regionale 40 del 20 dicembre 2016, inoltre, il vaccino è diventato gratuito per tutti coloro che sono nati dal 2003 al 2013. A confermarlo sono stati il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il direttore del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti, durante una conferenza stampa del 23 gennaio.
Una storia, però, che ha dell'assurdo. La mamma protagonista di questa storia, dopo aver deciso di vaccinare il proprio figlio, ha bussato agli uffici Asl, consapevole di ricevere un servizio gratuito. Ma qualcosa è andato storto. «Mi è stato chiesto - racconta - di dover pagare due bollettini da 75 euro l'uno. Insomma, un servizio tutt'altro che gratuito. Conosco bene la legge e non ho esitato a chiedere qualche informazione in più. La Asl mi ha risposto di non aver ricevuto nessuna circolare in merito e che, come tutti gli altri, avrei dovuto pagare. Come se non bastasse, non avrei diritto a nessun rimborso qualora iniziassero ad applicare la legge. Ho pensato di aspettare e far vaccinare mio figlio tra qualche mese, quando la situazione, magari, sarà diventata più chiara e coerente. Niente da fare, il primo appuntamento libero sarebbe per il 1 gennaio 2018. Assurdo. A Bari il servizio è effettivamente gratuito, ma qui noi. Come mai queste differenze? Sulla base di cosa? E soprattutto, è possibile che ci sia un tempo di attesa così lungo?».
«Stando alle parole del presidente Emiliano - conclude la mamma - la Puglia è sempre stata notoriamente una regione all'avanguardia in termini di offerta vaccinale. A quanto pare, invece, non è così. Il mio racconto è la prova dell'ennesimo disservizio e di una politica che, anziché tutelare i propri cittadini, mostra loro le spalle, nascondendo la faccia dietro false promesse».