Vita di città
«Si andava dove serviva il sangue», la storia dell'Avis a San Ferdinando di Puglia
Ieri una speciale giornata di donazione alla Parrocchia Sacro Cuore di Gesù in preparazione alla Giornata mondiale del donatore di sangue del prossimo 14 giugno
San Ferdinando - lunedì 12 giugno 2023
10.36
Una giornata dedicata all'altruismo e alla solidarietà quella di ieri 11 giugno, nei pressi dell'ingresso della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù di San Ferdinando di Puglia, in cui l'associazione Avis ha accolto, con la sua autoemoteca, tanti donatori di sangue sanferdinandesi. Un'iniziativa legata alle celebrazioni per la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù che si è svolta a pochi giorni dalla ricorrenza del 14 giugno in cui si celebra la Giornata mondiale del donatore di sangue.
Il presidente dell'associazione Avis di San Ferdinando è Angela Caprioli, il vicepresidente è Giuseppe Balducci. Nell'occasione abbiamo posto alcune domande al vicepresidente, chiedendogli da quanto tempo esistesse l'Avis a San Ferdinando di Puglia.
"Degli amici ci hanno consigliato di rivolgerci all'Avis di Margherita di Savoia. Queste persone si sono messe a disposizione pur non conoscendoci, sono venuti a Bari, hanno donato il sangue, senza chiedere niente. Da allora, io e la presidentessa abbiamo iniziato a donare all'Avis di Margherita di Savoia – continua il vicepresidente Balducci - a quei tempi si andava a donare su chiamata: serviva il sangue, si andava in ospedale e si faceva la donazione. Noi abbiamo donato a Bari, a Taranto, a Foggia, a San Giovanni Rotondo. Si andava dove serviva il sangue, per i parenti dei nostri concittadini".
Due anni dopo esser diventato, su proposta del presidente dell'Avis di Margherita di Savoia, membro del direttivo dell'associazione Avis di Margherita di Savoia, il presidente con l'aiuto dell'attuale presidente e di tanti altri fondano l'associazione dell'Avis a San Ferdinando di Puglia. "Ci siamo attivati, abbiamo radunato un bel gruppo di donatori di San Ferdinando e abbiamo costituito nel 1995 l'Avis di San Ferdinando. È stata una battaglia perché tante persone che vendevano sangue ci vedevano come dei "nemici". Ma noi siamo stati più forti e siamo cresciuti nel tempo". E dopo mille peripezie, finalmente nel 2001 la nuova sede dell'Avis. "L'allora sindaco Lamacchia ci diede il locale della nuova sede in cui siamo tutt'ora, abbiamo sistemato il locale e siamo arrivati con un massimo di 750 donazioni in un anno, che per un paesino come il nostro è stato sorprendente".
Il vicepresidente Giuseppe Balducci ci rivolge quindi un ultimo e importante appello: "È importante dire però quanto nel periodo covid abbiamo avuto più donazioni rispetto al periodo free-covid. La gente - nonostante la paura - veniva a donare. Specialmente d'estate. I donatori, soprattutto i donatori di San Ferdinando, non si sono mai fermati!"
A fine giornata con 31 donazioni totali, abbiamo chiesto al sig. Agostino Pasquale (donatore veterano) e al sig. Gino Lorusso (membro del direttivo Avis San Ferdinando di Puglia), perché è importante donare. "Doniamo perché fa bene sia a noi, ma soprattutto fa bene agli altri. Si dona per aiutare il prossimo. Sapere che c'è sempre scorta di sangue ci rincuora. Il sangue serve sempre! Atra cosa importante da non sottovalutare: hai la possibilità di controllare la tua salute. Una combo perfetta".
Il presidente dell'associazione Avis di San Ferdinando è Angela Caprioli, il vicepresidente è Giuseppe Balducci. Nell'occasione abbiamo posto alcune domande al vicepresidente, chiedendogli da quanto tempo esistesse l'Avis a San Ferdinando di Puglia.
"Prima il sangue si vendeva, costava un milione di lire a sacca"
"L'Avis di San Ferdinando nasce ufficialmente nel 1995. Ma abbiamo iniziato a lavorare già dal 1991". Spiegandoci come sin dagli anni '80/'90 a San Ferdinando esistesse la compravendita del sangue, dove la gente vendeva sangue a chi ne necessitava, il vicepresidente continua dicendo: "Nel 1991 serviva sangue al padre di mia moglie, l'attuale presidente che è Angela Caprioli. Non sapevamo dove trovarlo e coloro che vendevano il sangue chiedevano un milione di lire a sacca. Per ogni seduta chemioterapica noi avevamo bisogno di 4 sacche, che corrispondevano appunto, a 4 milioni di lire". Successivamente il sig. Balducci e sua moglie - la signora Caprioli - decidono quindi di cercare un'altra strada, più sicura, economica e giusta."Degli amici ci hanno consigliato di rivolgerci all'Avis di Margherita di Savoia. Queste persone si sono messe a disposizione pur non conoscendoci, sono venuti a Bari, hanno donato il sangue, senza chiedere niente. Da allora, io e la presidentessa abbiamo iniziato a donare all'Avis di Margherita di Savoia – continua il vicepresidente Balducci - a quei tempi si andava a donare su chiamata: serviva il sangue, si andava in ospedale e si faceva la donazione. Noi abbiamo donato a Bari, a Taranto, a Foggia, a San Giovanni Rotondo. Si andava dove serviva il sangue, per i parenti dei nostri concittadini".
Due anni dopo esser diventato, su proposta del presidente dell'Avis di Margherita di Savoia, membro del direttivo dell'associazione Avis di Margherita di Savoia, il presidente con l'aiuto dell'attuale presidente e di tanti altri fondano l'associazione dell'Avis a San Ferdinando di Puglia. "Ci siamo attivati, abbiamo radunato un bel gruppo di donatori di San Ferdinando e abbiamo costituito nel 1995 l'Avis di San Ferdinando. È stata una battaglia perché tante persone che vendevano sangue ci vedevano come dei "nemici". Ma noi siamo stati più forti e siamo cresciuti nel tempo". E dopo mille peripezie, finalmente nel 2001 la nuova sede dell'Avis. "L'allora sindaco Lamacchia ci diede il locale della nuova sede in cui siamo tutt'ora, abbiamo sistemato il locale e siamo arrivati con un massimo di 750 donazioni in un anno, che per un paesino come il nostro è stato sorprendente".
Donazioni di sangue: numeri sempre più bassi, e sale l'emergenza
A questo proposito abbiamo chiesto al vicepresidente se il paese si mostri ancora adesso così sensibile alla donazione del sangue. "Sono alcuni anni ormai che il numero dei donatori sta decrescendo; perché le nuove generazioni non donano sangue, sono pochi. L'età dei donatori va per lo più dai 40 anni in su. Noi quindi chiediamo sia alle istituzioni, sia alle scuole, che si attivino ancora di più per diffondere, insieme a noi volontari, il messaggio della donazione del sangue".Il vicepresidente Giuseppe Balducci ci rivolge quindi un ultimo e importante appello: "È importante dire però quanto nel periodo covid abbiamo avuto più donazioni rispetto al periodo free-covid. La gente - nonostante la paura - veniva a donare. Specialmente d'estate. I donatori, soprattutto i donatori di San Ferdinando, non si sono mai fermati!"
A fine giornata con 31 donazioni totali, abbiamo chiesto al sig. Agostino Pasquale (donatore veterano) e al sig. Gino Lorusso (membro del direttivo Avis San Ferdinando di Puglia), perché è importante donare. "Doniamo perché fa bene sia a noi, ma soprattutto fa bene agli altri. Si dona per aiutare il prossimo. Sapere che c'è sempre scorta di sangue ci rincuora. Il sangue serve sempre! Atra cosa importante da non sottovalutare: hai la possibilità di controllare la tua salute. Una combo perfetta".