Religioni
Si rinnovano le emozioni della Via Crucis Vivente a San Ferdinando di Puglia
Il bilancio degli organizzatori e di don Ruggiero Lattanzio
San Ferdinando - martedì 26 marzo 2024
Momenti ricchi di emozione quelli di venerdì 22 marzo, durante la 13^ edizione della Via Crucis Vivente a San Ferdinando di Puglia - che ha avuto inizio in Via Togliatti presso la Parrocchia Sacro Cuore di Gesù e il suo termine presso l'area mercatale con la crocifissione e la successiva resurrezione di Gesù. Una tradizione ormai radicata da diversi anni e accolta sempre con grande gioia da tutti i sanferdinandesi e dagli abitanti dei paesi limitrofi.
Il percorso di Gesù al Golgota ha visto la partecipazione di un gran numero di attori non professionisti che con grande competenza e preparazione hanno inscenato i ruoli loro affidati, permettendo anche alla gente che li circondava di immedesimarsi nella sofferenza del Gesù condannato. Presenti all'evento anche tanti bambini, per molti di loro si trattava della prima Via Crucis.
"Una tradizione diventata realtà qui a San Ferdinando. Più che tradizione, una consuetudine, perché è seguita da tantissima gente che ci dà la forza di poter organizzare per gli anni seguenti. Io - nel mio piccolo - considererei questa manifestazione più un'evangelizzazione, perché anche questo, secondo il mio modesto parere, è evangelizzare. Usciamo fuori da quello che è il perimetro della Chiesa e stiamo tra e fra la gente" – afferma Donato Resta, che insieme a sua moglie Angela Parisi sono stati tra gli organizzatori dell'evento.
"Noi abbiamo l'abitudine di vivere questa Via Crucis Vivente nella settima precedente alla 'grande Settimana, quindi il venerdì precedente alle Palme. Certamente è un'occasione molto propizia per cui i fedeli - anche coloro che sono più distanti - che possono sembrare all'apparenza più disinteressati, in realtà vengono così introdotti attraverso una forma anche scenica a quelli che sono gli episodi della vita di Gesù. Mi rendo conto di come - se per i più addentrati ai lavori può sembrare tutto scontato - per i più piccoli, i più giovani è sempre una scoperta, c'è sempre qualche passaggio, qualche particolare che rimane impresso, soprattutto nella cultura di oggi che è tutta basata sull'immagine; quindi, che colpisce l'immaginazione e induce poi alla riflessione, ad un percorso più interiore, più serio di meditazione" – risponde così don Ruggiero Lattanzio.
Il percorso di Gesù al Golgota ha visto la partecipazione di un gran numero di attori non professionisti che con grande competenza e preparazione hanno inscenato i ruoli loro affidati, permettendo anche alla gente che li circondava di immedesimarsi nella sofferenza del Gesù condannato. Presenti all'evento anche tanti bambini, per molti di loro si trattava della prima Via Crucis.
"Una tradizione diventata realtà qui a San Ferdinando. Più che tradizione, una consuetudine, perché è seguita da tantissima gente che ci dà la forza di poter organizzare per gli anni seguenti. Io - nel mio piccolo - considererei questa manifestazione più un'evangelizzazione, perché anche questo, secondo il mio modesto parere, è evangelizzare. Usciamo fuori da quello che è il perimetro della Chiesa e stiamo tra e fra la gente" – afferma Donato Resta, che insieme a sua moglie Angela Parisi sono stati tra gli organizzatori dell'evento.
"Noi abbiamo l'abitudine di vivere questa Via Crucis Vivente nella settima precedente alla 'grande Settimana, quindi il venerdì precedente alle Palme. Certamente è un'occasione molto propizia per cui i fedeli - anche coloro che sono più distanti - che possono sembrare all'apparenza più disinteressati, in realtà vengono così introdotti attraverso una forma anche scenica a quelli che sono gli episodi della vita di Gesù. Mi rendo conto di come - se per i più addentrati ai lavori può sembrare tutto scontato - per i più piccoli, i più giovani è sempre una scoperta, c'è sempre qualche passaggio, qualche particolare che rimane impresso, soprattutto nella cultura di oggi che è tutta basata sull'immagine; quindi, che colpisce l'immaginazione e induce poi alla riflessione, ad un percorso più interiore, più serio di meditazione" – risponde così don Ruggiero Lattanzio.