Sono giunti al termine – giovedì 26 settembre – i festeggiamenti in onore dei
SS. Medici Cosma e Damiano. Gli stessi sono stati preceduti da un triduo – nei giorni 23, 24, 25 settembre – nel quale sono stati svolti il santo Rosario, la santa Messa e degli incontri biblici in riferimento al Giubileo 2025.
Nella giornata di giovedì - al termine della processione – il parroco della Chiesa San Ferdinando Re, nella persona di
don Mimmo Marrone, ha rivolto a tutti presenti una predica avente come protagoniste le tre malattie della società.
Don Mimmo ha prima esordito dicendo: "
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non hanno potere di uccidere l'anima. Siamo figli di una civiltà, di una società che ci sta educando a rimettere al centro il valore del corpo. Tutti noi ci prendiamo cura del corpo, della salute fisica, della dimensione estetica, ci rendiamo presentabili, gradevoli, profumati imbellettati: ed è bello questo, perché ci aiuta a star bene con il nostro corpo. Ma la cura dell'anima l'abbiamo a cuore - non dico di più - ma almeno alla stessa stregua del corpo? O stiamo permettendo alla nostra anima di ammalarsi?" – continua. "
L'anima della nostra società si sta ammalando. La nostra civiltà si sta ammalando. Ogni giorno la cronaca ci consegna fatti raccapriccianti, avvenimenti a cui neanche la fantasia più luciferina sarebbe giunta ad immaginare: sono i segni di una civiltà malata".
Le tre grandi malattie della società
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Quali sono le tre grandi malattie dell'anima del nostro tempo? – verso cui afferma non bisogna rimanere indifferenti –
malattie che in maniera subdola, perniciosa, persino impercettibile, possono insinuarsi non solo nelle vene della storia della comunità ma anche nel nostro intimo. Vi accorgete che all'indomani di ogni evento efferato di cronaca - interrogati i conoscenti, i vicini di casa, i parenti, gli amici - tutti dicono 'eppure era una persona tranquilla'. Questo è il segno che, come un virus impercettibile, queste malattie dell'anima possono insinuarsi nel cuore di tutti noi".
Intercessione dei Santi Medici
Continua il parroco della Chiesa Madre facendo riferimento ai Santi Medici: "
E vi invito, proprio mentre siamo qui, a invocare l'intercessione dei santi Cosma e Damiano a invocare la guarigione - non solo per i nostri piccoli malanni che comunque ci accompagneranno fino alla tomba - ma vi inviterei a sentire dal profondo del vostro cuore questo bisogno di intercessione per la nostra società, per la nostra civiltà che in maniera quasi inavvertita rischia di ammalarsi irrimediabilmente" – continua – "
E i santi Cosma e Damiano - che sono i santi taumaturghi, i guaritori - possano essere loro, per noi potenti, intercessori; perché la guarigione della nostra civiltà e della nostra società possa avverarsi quanto prima".
La prima malattia: anestesia della coscienza
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La prima malattia io la definirei una sorta di anestesia della coscienza" – dichiara il parroco. "
Che cosa voglio dire? Non sappiamo più distinguere il bene dal male. Non sappiamo più chiamare per nome il male. E il bene? Ci rifugiamo dietro quei luoghi comuni che ormai passano di bocca in bocca: 'non sono né il primo né l'ultimo' – e ancora –
'lo fanno tutti, che male c'è?'. Sono le tre punture di anestesia della coscienza. È un modo per non avvertire più lo scrupolo, il rimorso, il dramma, il tormento del male. Nessuno di noi, per esempio, si confessa più. Abbiamo bisogno di un sussulto di dignità, abbiamo bisogno nuovamente di piangere per il male che facciamo. Abbiamo bisogno di piangere per il male dei nostri compagni di viaggio in umanità, perché il loro male è anche il nostro, il loro peccato dobbiamo avvertirlo anche come nostro: è una umanità che fallisce, è un'umanità che soccombe sotto i fendenti del male, del peccato. E quel che è peggio è che alcuni peccati della nostra civiltà diventano diritti" – asserisce don Mimmo facendo riferimento a questa prima malattia.
La seconda malattia: la depressione
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La seconda malattia della nostra civiltà: la depressione. Che cosa intendo per depressione? Non alludo tanto al fatto clinico, psicologico, psichiatrico, ma piuttosto a quello stile di vita che ci fa vivere le nostre giornate sempre con l'umore giù, che ci fa trascinare la vita, che ci fa perdere il gusto della vita, che non ci fa essere frizzanti, esuberanti, vitali. Che non ci fa aggredire le situazioni, ce le fa subire, ci fa rassegnare, non ci fa indignare. La depressione è quel modo di vivere da mediocri, da rassegnati, da piagnucoloni. La noia e la nausea sono i due sintomi della malattia della depressione della nostra civiltà: e non è un caso che molti delitti - soprattutto in certe fasce giovanili - sono il frutto della nausea e della noia della vita. Abbiamo bisogno di riappropriarci del gusto della vita" – continua facendo riferimento a un passo del Vangelo – "
Gesù dice nel Vangelo: 'sono venuto perché abbiate la vita e l'abbiate in abbondanza". Termina la spiegazione di questa seconda malattia facendo riferimento al modo di vivere: "
noi abbiamo bisogno di guarire da questa depressione ed essere persone frizzanti: essere frizzanti significa avere quella grinta che ti fa dire 'sono contento di vivere', 'sono contento di amare', 'sono contento di lottare', 'sono contento di donare', 'sono contento di servire', 'sono contento di lavorare', 'sono persino contento di soffrire' ".
La terza malattia: l'impulsività
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La terza malattia della nostra civiltà è la malattia che porta spesso a consumare reati e delitti terribili, atroci: è l'impulsività. La nostra società non è più capace di dominare le pulsioni di ira: diventiamo irascibili, siamo permalosi, abbiamo bisogno di recupera il dominio di noi stessi. C'è una pulsione di morte che attraversa la nostra civiltà, che ci fa convincere che le guerre sono buone. Che ci fa convincere che gli unici investimenti sono quelli nelle armi. E così questa indomabile pulsione di ira, di ostilità, di inimicizia, di odio attraversa anche i social. C'è un contagio di odio nella nostra civiltà. Questo genera una cultura di odio. Ci sono alcuni che hanno aperto la fabbrica dell'odio nella nostra Europa e che fa ammalare il cuore, le sensibilità" – termina don Mimmo sulla terza malattia.
Il laboratorio dei Santi Medici
Conclude don Mimmo facendo riferimento al mettere tutte queste malattie nelle mani dei santi Medici: "
Ecco allora le tre grandi malattie da cui dobbiamo guarire e che mettiamo nelle mani dei santi Cosma e Damiano. Sentiamo queste malattie molto più pericolose dei virus che abbiamo lasciato alle spalle. E allora continuiamo pure a imbellettare il corpo ma ogni tanto passiamo dal laboratorio dei santi Cosma e Damiano" – continua – "
In quel tesoro che hanno in mano - come diciamo nel canto - ci sono dei bisturi particolari che ricuciono, ricompongono, tagliano, sfrondano tutto ciò che nel cuore, nella coscienza, ci rende malati".