Attualità
Un lenzuolo bianco in Prefettura ricorda la Strage di Capaci
Listata a lutto la sede del Palazzo del Governo
San Ferdinando - domenica 23 maggio 2021
11.55
La sede del Palazzo del Governo di Barletta listata a lutto per commemorare la Strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui per mano della mafia persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani
, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.
Questa mattina, sulla facciata del Palazzo di Via Cialdini che ospita la Prefettura, è stato esposto un lenzuolo bianco quale simbolo dell'unità nazionale nel contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata.
"E' un gesto simbolico per onorare la memoria di donne e uomini che hanno sacrificato la propria vita per servire lo Stato e le Istituzioni - ha dichiarato il Prefetto di Barletta Andria Trani Maurizio Valiante -, ma anche per alimentare, nell'intera collettività e soprattutto nelle giovani generazioni, la cultura della legalità, ispirando sempre i nostri comportamenti alle parole del Giudice Falcone: "Io credo che occorra rendersi conto che questa non è una lotta personale tra noi e la mafia. Se si capisse che questo deve essere un impegno - straordinario nell'ordinarietà - di tutti nei confronti di un fenomeno che è indegno di un paese civile, certamente le cose andrebbero molto meglio".
, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.
Questa mattina, sulla facciata del Palazzo di Via Cialdini che ospita la Prefettura, è stato esposto un lenzuolo bianco quale simbolo dell'unità nazionale nel contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata.
"E' un gesto simbolico per onorare la memoria di donne e uomini che hanno sacrificato la propria vita per servire lo Stato e le Istituzioni - ha dichiarato il Prefetto di Barletta Andria Trani Maurizio Valiante -, ma anche per alimentare, nell'intera collettività e soprattutto nelle giovani generazioni, la cultura della legalità, ispirando sempre i nostri comportamenti alle parole del Giudice Falcone: "Io credo che occorra rendersi conto che questa non è una lotta personale tra noi e la mafia. Se si capisse che questo deve essere un impegno - straordinario nell'ordinarietà - di tutti nei confronti di un fenomeno che è indegno di un paese civile, certamente le cose andrebbero molto meglio".