Territorio
Vendita agrumi: prezzi stracciati dalla grande distribuzione
Cala la produzione del 50% ma avvengono vendita sottocosto
San Ferdinando - lunedì 4 novembre 2019
13.11
Prezzi stracciati, offerte e promozioni stellari, aste al doppio ribasso sono i sistemi capestro che anche per gli agrumi alimentano le distorsioni lungo la filiera, creando deflazione nei campi. E' quanto denuncia Coldiretti Puglia, alla luce delle turbative di mercato, iniziate sui banchi di alcune catene della grande distribuzione che stanno svendendo le clementine a prezzi molto al di sotto dei costi di produzione.
«Nonostante il calo della produzione di clementine a Palagiano del 70% e del 50% in media in tutta la provincia di Taranto, si stanno verificando fenomeni speculativi che portano i prezzi di vendita sottocosto sui banchi delle catene della grande distribuzione. È una turbativa di mercato che mette a rischio le quotazioni di clementine e arance pugliesi in campagna, dove gli agricoltori non possono anche nel 2019 essere costretti a vendere a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Contestiamo il meccanismo della vendita sottocosto, in particolare nel settore alimentare, in quanto capace di produrre un vero e proprio illecito concorrenziale», denuncia Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.
«Daremo battaglia perché venga accertata l'origine di prodotti in vendita e il meccanismo dei sottocosto e delle offerte a prezzi stracciati – annuncia Muraglia - fino ad arrivare a denunciare i fenomeni speculativi ai competenti organi di controllo, perché non è pensabile una ennesima campagna agrumicola disastrosa come quella del 2018-2019, quando gli agricoltori hanno addirittura espiantato gli alberi perché costretti a cambiare indirizzo produttivo».
Si realizza, in sostanza, una vendita sottocosto attraverso le offerte a prezzi stracciati anche di primizie o con una procedura condotta on line, nel corso della quale i fornitori sono chiamati a presentare la loro offerta al prezzo più basso e, nel corso di una seconda asta on-line a presentare un ulteriore ribasso sulla base di prezzo risultata inferiore nella fase precedente, aggiunge Coldiretti Puglia.
«Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni. Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all'anno, per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini», conclude il presidente Muraglia.
«Considerando i prodotti di prima necessità acquistati quotidianamente o con frequenza plurisettimanale dalla larga maggioranza dei consumatori come la frutta – dice Coldiretti - una offerta di prezzo al ribasso provoca effetti sensibili e diretti sull'intera filiera e, specialmente, a valle nella fase di produzione. È altrettanto insidioso il fenomeno che interessa alcune grandi e medie strutture di vendita che fanno ricorso al sistema delle aste elettroniche per aggiudicarsi dai fornitori ingenti quantitativi di prodotti alimentari al prezzo più basso o, meglio, a prezzi ben inferiori ai costi di produzione e per questo Coldiretti ritiene necessario procedere a un più rigoroso divieto, in quanto l'analisi della prassi commerciale relativa alla grande distribuzione organizzata rivela che la possibilità di effettuare vendite sottocosto sia legata ad una posizione dominante acquisita nella filiera con effetti predatori sulle imprese a valle.
Si aggravano così i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati, secondo Ismea, insiste Coldiretti Puglia.
Il comparto agrumicolo pugliese rappresenta un patrimonio da valorizzare e sostenere che vale 115 milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali – afferma Coldiretti Puglia - soprattutto di arance e clementine che hanno avuto il riconoscimento comunitario dell'IGP (Indicazione Geografica Protetta), quali l'arancia del Gargano, il limone Femminello del Gargano e le clementine del Golfo di Taranto.
Le province di Taranto e Foggia fanno la parte da leone. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia - sono 1.041, il 9% del totale dell'imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un'area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici».
«Nonostante il calo della produzione di clementine a Palagiano del 70% e del 50% in media in tutta la provincia di Taranto, si stanno verificando fenomeni speculativi che portano i prezzi di vendita sottocosto sui banchi delle catene della grande distribuzione. È una turbativa di mercato che mette a rischio le quotazioni di clementine e arance pugliesi in campagna, dove gli agricoltori non possono anche nel 2019 essere costretti a vendere a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Contestiamo il meccanismo della vendita sottocosto, in particolare nel settore alimentare, in quanto capace di produrre un vero e proprio illecito concorrenziale», denuncia Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.
«Daremo battaglia perché venga accertata l'origine di prodotti in vendita e il meccanismo dei sottocosto e delle offerte a prezzi stracciati – annuncia Muraglia - fino ad arrivare a denunciare i fenomeni speculativi ai competenti organi di controllo, perché non è pensabile una ennesima campagna agrumicola disastrosa come quella del 2018-2019, quando gli agricoltori hanno addirittura espiantato gli alberi perché costretti a cambiare indirizzo produttivo».
Si realizza, in sostanza, una vendita sottocosto attraverso le offerte a prezzi stracciati anche di primizie o con una procedura condotta on line, nel corso della quale i fornitori sono chiamati a presentare la loro offerta al prezzo più basso e, nel corso di una seconda asta on-line a presentare un ulteriore ribasso sulla base di prezzo risultata inferiore nella fase precedente, aggiunge Coldiretti Puglia.
«Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni. Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all'anno, per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini», conclude il presidente Muraglia.
«Considerando i prodotti di prima necessità acquistati quotidianamente o con frequenza plurisettimanale dalla larga maggioranza dei consumatori come la frutta – dice Coldiretti - una offerta di prezzo al ribasso provoca effetti sensibili e diretti sull'intera filiera e, specialmente, a valle nella fase di produzione. È altrettanto insidioso il fenomeno che interessa alcune grandi e medie strutture di vendita che fanno ricorso al sistema delle aste elettroniche per aggiudicarsi dai fornitori ingenti quantitativi di prodotti alimentari al prezzo più basso o, meglio, a prezzi ben inferiori ai costi di produzione e per questo Coldiretti ritiene necessario procedere a un più rigoroso divieto, in quanto l'analisi della prassi commerciale relativa alla grande distribuzione organizzata rivela che la possibilità di effettuare vendite sottocosto sia legata ad una posizione dominante acquisita nella filiera con effetti predatori sulle imprese a valle.
Si aggravano così i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore, visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati, secondo Ismea, insiste Coldiretti Puglia.
Il comparto agrumicolo pugliese rappresenta un patrimonio da valorizzare e sostenere che vale 115 milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali – afferma Coldiretti Puglia - soprattutto di arance e clementine che hanno avuto il riconoscimento comunitario dell'IGP (Indicazione Geografica Protetta), quali l'arancia del Gargano, il limone Femminello del Gargano e le clementine del Golfo di Taranto.
Le province di Taranto e Foggia fanno la parte da leone. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia - sono 1.041, il 9% del totale dell'imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un'area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici».