
Religioni
"È veramente risorto": il cammino pasquale per il priore della Madonna del Rosario di San Ferdinando
Intervista ad Aurelio Vania in occasione della tradizionale processione di Gesù Risorto
San Ferdinando - sabato 19 aprile 2025
16.00
La mattina di Pasqua, a San Ferdinando di Puglia, la statua di Gesù Risorto attraversa le strade del paese portando un messaggio di gioia e speranza. A guidare la processione è la Confraternita della Madonna del Rosario. Abbiamo raccolto le parole del priore, Aurelio Vania, per scoprire il significato di questo momento tanto sentito dalla comunità.
Cosa significa per la Confraternita del Rosario portare in processione la statua di Gesù Risorto per le vie cittadine? Come vivono i confratelli questo giorno di festa?
"Hai usato il termine giusto: "un giorno di festa". La Risurrezione è la festa dell'uomo che rinasce. Così come Cristo è risorto, anche noi dovremmo immaginare una rinascita interiore. Sulle nostre bandierine scriviamo "È veramente risorto" perché, in fondo, il cuore della fede cristiana è proprio questo: credere nella Risurrezione.
Facciamo una grande festa, con le bandierine, la banda, proprio per trasmettere questo senso profondo di gioia. Proprio ieri, durante un incontro, è stato detto che questa è una festa diversa da quella della Madonna del Rosario (che si tiene nel mese di maggio), dove si prega e si recita il rosario. Anche nella processione del Risorto si prega, certo, ma tutto ruota attorno alla festa. E anche noi confratelli partecipiamo con questo spirito".
Dopo i giorni di silenzio e dolore del Venerdì Santo, la Domenica di Pasqua porta gioia e speranza. C'è un momento che, più di altri, emoziona durante il rito?
"Il momento più toccante, quello che davvero dà i brividi, è l'uscita della statua di Gesù Risorto dalla chiesa. È un'uscita scenografica, sembra quasi che voli. È un momento carico di significato e di emozione.
Una volta era ancora più suggestivo, perché avveniva all'alba. Adesso, per comodità, la statua esce intorno alle 8:30, ma conserva comunque una forte intensità".
La Confraternita del Rosario è parte integrante della storia religiosa di San Ferdinando. Qual è, secondo lei, il segreto della forza con cui queste tradizioni riescono ancora a unire generazioni diverse attorno allo stesso cammino di fede? E come dialogate con le nuove generazioni?
"Non nascondo che oggi qualche difficoltà c'è. Purtroppo si percepisce un certo "raffreddamento". Per questo cerchiamo di ravvivare la partecipazione coinvolgendo soprattutto i più piccoli, con bandierine colorate e cantando l'inno a Gesù Risorto. È un modo per trasmettere l'entusiasmo e il senso di appartenenza, anche se non è semplice mantenere viva la tradizione come una volta".
I riti della Settimana Santa rappresentano un evento storico per la nostra comunità. Nel corso degli anni sono cambiati drasticamente. C'è qualcosa che, secondo lei, andrebbe riscoperto o valorizzato?
"Per quanto riguarda la nostra processione nello specifico, posso dire che è rimasta più o meno fedele alla tradizione. Sin dal 1954 si è sempre svolta con questo spirito di festa. È vero, però, che oggi si fatica un po' di più a coinvolgere le persone. Sarebbe bello che tornasse quell'entusiasmo di un tempo".
Che messaggio vuole lasciare alla cittadinanza in occasione di questa Pasqua 2025?
"Il mio augurio è un augurio di pace. Una pace che non riguarda solo i conflitti nel mondo, ma anche la serenità nelle famiglie, nelle relazioni quotidiane. È questa la pace che spero il Signore possa portare a tutti in questa Pasqua".
Cosa significa per la Confraternita del Rosario portare in processione la statua di Gesù Risorto per le vie cittadine? Come vivono i confratelli questo giorno di festa?
"Hai usato il termine giusto: "un giorno di festa". La Risurrezione è la festa dell'uomo che rinasce. Così come Cristo è risorto, anche noi dovremmo immaginare una rinascita interiore. Sulle nostre bandierine scriviamo "È veramente risorto" perché, in fondo, il cuore della fede cristiana è proprio questo: credere nella Risurrezione.
Facciamo una grande festa, con le bandierine, la banda, proprio per trasmettere questo senso profondo di gioia. Proprio ieri, durante un incontro, è stato detto che questa è una festa diversa da quella della Madonna del Rosario (che si tiene nel mese di maggio), dove si prega e si recita il rosario. Anche nella processione del Risorto si prega, certo, ma tutto ruota attorno alla festa. E anche noi confratelli partecipiamo con questo spirito".
Dopo i giorni di silenzio e dolore del Venerdì Santo, la Domenica di Pasqua porta gioia e speranza. C'è un momento che, più di altri, emoziona durante il rito?
"Il momento più toccante, quello che davvero dà i brividi, è l'uscita della statua di Gesù Risorto dalla chiesa. È un'uscita scenografica, sembra quasi che voli. È un momento carico di significato e di emozione.
Una volta era ancora più suggestivo, perché avveniva all'alba. Adesso, per comodità, la statua esce intorno alle 8:30, ma conserva comunque una forte intensità".
La Confraternita del Rosario è parte integrante della storia religiosa di San Ferdinando. Qual è, secondo lei, il segreto della forza con cui queste tradizioni riescono ancora a unire generazioni diverse attorno allo stesso cammino di fede? E come dialogate con le nuove generazioni?
"Non nascondo che oggi qualche difficoltà c'è. Purtroppo si percepisce un certo "raffreddamento". Per questo cerchiamo di ravvivare la partecipazione coinvolgendo soprattutto i più piccoli, con bandierine colorate e cantando l'inno a Gesù Risorto. È un modo per trasmettere l'entusiasmo e il senso di appartenenza, anche se non è semplice mantenere viva la tradizione come una volta".
I riti della Settimana Santa rappresentano un evento storico per la nostra comunità. Nel corso degli anni sono cambiati drasticamente. C'è qualcosa che, secondo lei, andrebbe riscoperto o valorizzato?
"Per quanto riguarda la nostra processione nello specifico, posso dire che è rimasta più o meno fedele alla tradizione. Sin dal 1954 si è sempre svolta con questo spirito di festa. È vero, però, che oggi si fatica un po' di più a coinvolgere le persone. Sarebbe bello che tornasse quell'entusiasmo di un tempo".
Che messaggio vuole lasciare alla cittadinanza in occasione di questa Pasqua 2025?
"Il mio augurio è un augurio di pace. Una pace che non riguarda solo i conflitti nel mondo, ma anche la serenità nelle famiglie, nelle relazioni quotidiane. È questa la pace che spero il Signore possa portare a tutti in questa Pasqua".