Agricoltura
Xylella, ricercatori di Bari progettano una macchina per distruggere le uova dell'insetto
Il progetto è stato condotto dall'equipe del professor Porcelli in collaborazione con un laboratorio di Conversano
San Ferdinando - giovedì 12 dicembre 2019
12.27
Guardano con grande speranza gli olivicoltori pugliesi al macchinario che, grazie all'emissione di un getto di vapore, sarebbe capace di eliminare dal terreno le uova di sputacchina, l'insetto vettore del batterio Xylella che provoca la morte degli ulivi.
Il progetto di ricerca è stato ideato dall'Università di Bari e dall'istituto di ricerca privato Dyrecta Lab di Conversano, ed è stato presentato questa mattina in conferenza stampa dal gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, dal prof. Alessandro Massaro dell'Università di Bari che fa parte dell'equipe di ricerca coordinata dal professor Francesco Porcelli, docente di Entomologia del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti (DiSSPA), e da Angelo Maurizio Galiano, amministratore di Dyrecta Lab.
Il costo del macchinario oscillerebbe fra 50 a 100mila euro. Lo studio dell'Università di Bari pubblicato sulla rivista Nature, riporta il risultato di sperimentazioni sul campo condotte in agro di Conversano negli ultimi due anni e giunge alla conclusione che per ogni ciclo dei tre anni di intervento presi a campione, si otterrebbe una diminuzione del vettore pari all'80 percento per anno. Se trasferita nella zona di contenimento oggi individuata tra nord brindisino e sud barese, l'avanzamento della Xylella verrebbe arginato e delimitato, con l'abbattimento del 99 percento dei vettori utilizzabili dal patogeno per raggiungere le 150 specie vegetali nei quali prolifera, distruggendole.Il prototipo del macchinario per l'abbattimento del vettore è costituito da due unità: una tecnologica di preriscaldamento ed immissione di vapore ad alta temperatura e, ove occorresse, di sostanze già autorizzate all'uso in campo aperto; ed un'altra composta da un carrello per l'erogazione del vapore. Lo studio, fino ad oggi compiuto, ha dato esiti estremamente incoraggianti.
Il progetto di ricerca è stato ideato dall'Università di Bari e dall'istituto di ricerca privato Dyrecta Lab di Conversano, ed è stato presentato questa mattina in conferenza stampa dal gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, dal prof. Alessandro Massaro dell'Università di Bari che fa parte dell'equipe di ricerca coordinata dal professor Francesco Porcelli, docente di Entomologia del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti (DiSSPA), e da Angelo Maurizio Galiano, amministratore di Dyrecta Lab.
Il costo del macchinario oscillerebbe fra 50 a 100mila euro. Lo studio dell'Università di Bari pubblicato sulla rivista Nature, riporta il risultato di sperimentazioni sul campo condotte in agro di Conversano negli ultimi due anni e giunge alla conclusione che per ogni ciclo dei tre anni di intervento presi a campione, si otterrebbe una diminuzione del vettore pari all'80 percento per anno. Se trasferita nella zona di contenimento oggi individuata tra nord brindisino e sud barese, l'avanzamento della Xylella verrebbe arginato e delimitato, con l'abbattimento del 99 percento dei vettori utilizzabili dal patogeno per raggiungere le 150 specie vegetali nei quali prolifera, distruggendole.Il prototipo del macchinario per l'abbattimento del vettore è costituito da due unità: una tecnologica di preriscaldamento ed immissione di vapore ad alta temperatura e, ove occorresse, di sostanze già autorizzate all'uso in campo aperto; ed un'altra composta da un carrello per l'erogazione del vapore. Lo studio, fino ad oggi compiuto, ha dato esiti estremamente incoraggianti.