Ma... l'erba
I Dirotta su Cuba sono tornati… anzi sono (ri)tornati insieme!
La storia di una band proiettata al futuro
giovedì 1 febbraio 2018
10.18
I Dirotta su Cuba sono tornati… anzi sono (ri)tornati insieme! Con il loro omonimo album di debutto del 1995 (disco di platino) e tracce come "Gelosia", "Dove Sei", "Solo Baci" e "Liberi di Liberi Da" hanno ben rappresentato ed interpretato il funky e l'acid jazz italiano. Poi la partecipazione a Sanremo nel 1997 con "E' Andata Così" accompagnata da Toots Thielman, uno dei più apprezzati armonicisti di tutti i tempi; e il successo di "Notti d'Estate" e "Bang", fino allo scioglimento della band nel 2002.
Nel 2012, Simona Bencini, Stefano De Donato e Rossano Gentili annunciano la loro reunion, e
il 23 settembre 2016, dopo 14 anni di assenza discografica, pubblicano "Studio Sessions Vol. 1" che segna il grande ritorno della band simbolo del funky italiano con la rivisitazione in chiave jazz dei loro più grandi successi, insieme a Mario Biondi, Gegè Telesforo e Fabrizio Bosso. Quest'ultimo compagno di viaggio del loro attuale tour.
Io sono sempre stato un loro grande fan ed amico, e li ho incontrati il 5 gennaio scorso in occasione del loro concerto al Teatro Impero di Trani, in cui ho avuto occasione di conoscere personalmente la bravura di Fabrizio Bosso, e di constatare che il grande affetto e calore del pubblico non li hanno mai abbandonati.
DIROTTA SU CUBA:
(Stefano) Ci si allontana, ci si apprezza, e ci si riavvicina. E' un corso naturale…poi le band si sciolgono... l'ha detto anche Carboni!
(Stefano) Professionalmente abbiamo imparato molto perché abbiamo dovuto sopperire a delle mancanze. Umanamente la lezione è che le band esistono per delle chimiche precise. Per avere una buona alchimia dobbiamo stare tutti insieme.
(Stefano) In questo momento, rispetto al passato, il modo di fare musica è molto cambiato: nella scrittura, negli arrangiamenti ed anche nel modo di far sentire le canzoni. Molto dipende dalle radio e dal modo di incasellare le cose: mentre tempo fa essere musicalmente diversi era un valore positivo, adesso se quello che fai non somiglia già a qualcos'altro che si è sentito in giro…beh è un valore negativo. Noi andiamo dritti per la nostra strada. Essendo, poi, una band "seminale" che cioè ha fatto qualcosa che nessun altro ha fatto prima (oggi quando arrangiano i pezzi si dice alla "Dirotta"), noi non possiamo che continuare ad avere la nostra personalità.
(Stefano) A distanza di tanti anni, abbiamo ritrovato artisti diventati anche oggi molto più famosi di noi, che ci dicevano: "io sono cresciuto con i dischi dei Dirotta". E allora noi siamo andati a chiedergli il conto. E' stato così per Fabrizio Bosso, così come con Mario Biondi, o con i Neri per Caso con cui abbiamo condiviso il successo nel nostro periodo d'oro.
FABRIZIO BOSSO
Nel 2012, Simona Bencini, Stefano De Donato e Rossano Gentili annunciano la loro reunion, e
il 23 settembre 2016, dopo 14 anni di assenza discografica, pubblicano "Studio Sessions Vol. 1" che segna il grande ritorno della band simbolo del funky italiano con la rivisitazione in chiave jazz dei loro più grandi successi, insieme a Mario Biondi, Gegè Telesforo e Fabrizio Bosso. Quest'ultimo compagno di viaggio del loro attuale tour.
Io sono sempre stato un loro grande fan ed amico, e li ho incontrati il 5 gennaio scorso in occasione del loro concerto al Teatro Impero di Trani, in cui ho avuto occasione di conoscere personalmente la bravura di Fabrizio Bosso, e di constatare che il grande affetto e calore del pubblico non li hanno mai abbandonati.
DIROTTA SU CUBA:
- Com'è stato rincontrarvi artisticamente. Anzi, vi siete mai realmente separati?
(Stefano) Ci si allontana, ci si apprezza, e ci si riavvicina. E' un corso naturale…poi le band si sciolgono... l'ha detto anche Carboni!
- Cosa avete imparato dalle vostre esperienze da solisti?
(Stefano) Professionalmente abbiamo imparato molto perché abbiamo dovuto sopperire a delle mancanze. Umanamente la lezione è che le band esistono per delle chimiche precise. Per avere una buona alchimia dobbiamo stare tutti insieme.
- Il funk è ritornato di gran moda, come tutti i suoni anni 90. Basti pensare a Justine Timberlake ed a Bruno Mars (24K Magic). La musica pop italiana sarà l'ultima ad accorgersene?
(Stefano) In questo momento, rispetto al passato, il modo di fare musica è molto cambiato: nella scrittura, negli arrangiamenti ed anche nel modo di far sentire le canzoni. Molto dipende dalle radio e dal modo di incasellare le cose: mentre tempo fa essere musicalmente diversi era un valore positivo, adesso se quello che fai non somiglia già a qualcos'altro che si è sentito in giro…beh è un valore negativo. Noi andiamo dritti per la nostra strada. Essendo, poi, una band "seminale" che cioè ha fatto qualcosa che nessun altro ha fatto prima (oggi quando arrangiano i pezzi si dice alla "Dirotta"), noi non possiamo che continuare ad avere la nostra personalità.
- Com'è nata la collaborazione con Fabrizio Bosso?
(Stefano) A distanza di tanti anni, abbiamo ritrovato artisti diventati anche oggi molto più famosi di noi, che ci dicevano: "io sono cresciuto con i dischi dei Dirotta". E allora noi siamo andati a chiedergli il conto. E' stato così per Fabrizio Bosso, così come con Mario Biondi, o con i Neri per Caso con cui abbiamo condiviso il successo nel nostro periodo d'oro.
- A settembre 2016 avete pubblicato Volume Session n.1. Ci sarà almeno un secondo capitolo?
- Cosa augurano i Dirotta su Cuba per il 2018?
FABRIZIO BOSSO
- Sei giovane, un quarantenne con più di 20 album all'attivo! Una gran bella soddisfazione, ma soprattutto sintomo di una grande passione.
- Hai collaborato con artisti molto diversi tra loro, e sei orientato anche sul pop. Da Sergio Cammariere a Tiziano Ferro, Mario Biondi, Nina Zilli. Il pop oggi è più "difficile" del jazz?
- Come è nata la collaborazione con i Dirotta su Cuba?
- Nel 2017 hai pubblicato "State of The Art". Ci aspettiamo un nuovo lavoro anche nel 2018?
- Un augurio per il 2018?